Indian Creek. Un inverno da solo sulle montagne rocciose

Freddo e solitudine sono quello che un ventenne Pete Fromm, spaesato come solo si può essere a vent'anni, si aspettava da un inverno trascorso nelle montagne a far la guardia a un allevamento di salmoni. Scoprirà invece delle verità su sé stesso e sulla natura dell'Uomo, in rapporto con la natura.

Ho comprato questo libro convinta parlasse di animali, di Natura, di ambienti selvaggi e di amore e rispetto per l'ambiente. Mi sono trovata catapultata invece in un'auto elogio stile Americano di un ragazzino privo di valori. In tutto libro vengono mostrate solo le peggiori scene di caccia che si possano descrivere. Caccia, caccia per diletto, caccia per noia...caccia elogiata e glorificata come passatempo. Nessuna pagina parla di amore per natura e animali, ma solo un'americanata chiaccherata su quanto sia bello sentire ossa di animali sotto i propri piedi. SCONSIGLIATO.

Un inno alla natura selvaggia. Certo mi aspettavo più riflessioni profonde, una migliore descrizione del cambiamento inevitabile che un'esperienza del genere dovrebbe lasciare nell'animo di un venticinquenne, il continuo dialogo e confronto con se stesso, che c'è stato molto più di quanto l'autore abbia dato a vedere. Resta il plauso per l'impresa di guardiano dei salmoni per sette mesi dal freddo rigido. Godibile. Astenersi vegetariani.