Cristina Brondoni conosce bene i meccanismi che portano alla nascita di una setta. Si percepiscono le ricerche e gli studi fatti sull’argomento, come ogni bravo giornalista (e criminologo) dovrebbe fare. Ma Brondoni non sale in cattedra, utilizza la sua conoscenza della materia per costruire un romanzo solido, credibile e intrigante, che tiene incollati fino alla fine. È una storia thriller, vero, ma i personaggi e le situazioni sono costruiti sulla realtà. Potrebbe essere una di quelle storie che, scopri poi dai giornali, riguardano i tuoi vicini di casa o i genitori di un collega di università o di un’amica che avevi perso di vista. E conosce Milano e i milanesi, l’autrice, e anche questo si intuisce dalle descrizioni (mai soverchianti) dei luoghi e delle piccole manie dei personaggi secondari. Un terzo capitolo della saga dell’ispettore Cristofori col botto, insomma. Una storia che sta in piedi da sé, ma lascia aperta la curiosità di sapere cosa succederà nel prossimo episodio. Attesissimo.
