Giuliano Pesce ci aveva sorpresi e sconvolti con il suo primo romanzo per Marcos y Marcos: Io e Henry, un romanzo a tratti spionistico, a tratti da manicomio, dove la realtà e la verità spesso non coincidono... o forse sì, non l'ho capito. Con L'inferno è vuoto torna a sconvolgerci e lo fa in grande, così in grande che nessun essere umano lo avrebbe mai potuto immaginare: il Papa si è suicidato. Sì, proprio Lui. Il capo della Chiesa Cattolica ha deciso di abdicare con un gesto inequivocabile, compiendo uno dei peccati meno tollerati dalla Chiesa: il suicidio. “Non esiste alcuna verità; non esiste alcun dio. Ho ricevuto molto più amore di quello che ho donato, di questo vi ringrazio.” Questo è stato il messaggio d'addio del Pontefice, scritto su un biglietto prima di buttarsi dalla finestra durante l'Angelus. E, ovviamente, tutto il mondo va nel caos. Vengono persino lanciati degli hashtag, come #Volatoincielo e #Comeunangelo, ogni testata giornalistica è affamata di informazioni, e vuoi che il Boss di una Grande Casa Editrice non decida di commissionare a Fabio Acerbi, Ufficio Diritti, ex-aspirante scrittore, un libro di inchiesta sui motivi che hanno spinto il Papa al suicidio? Ci vuole un uomo sconosciuto per questa missione, come Fabio, che ovviamente dovrà andare in Vaticano sotto copertura, per non destare sospetti. Ovviamente. Acerbi mi ha ricordato un po' il Tagliaferro di Io e Herny, due scrittori alla fine delle proprie carriere che hanno perso fiducia nel proprio talento e che sperano in un miracolo per cambiare la propria, noiosa vita. E così accade. Già al primo capitolo ritroviamo il genio, l'assurdo, l'umorismo che contraddistinguono la scrittura di Pesce. Quel genio che ti fa chiedere quanti Negroni abbia bevuto per uscirsene con un'idea del genere. Ed è qui che si presenta il secondo protagonista del romanzo: Alberto Gasman, reduce da una notte di cocktail, cocaina, ragazze esuberanti e slogan ancora più esuberanti. Gasman fa un lavoro da sogno: su chiamata del suo datore di lavoro, il Cobra, accompagna ospiti e celebrity a divertirsi in giro per i locali di Roma. E molto spesso (leggi: sempre) si diverte un po' troppo. Tanto che a volte rischia di restarci secco, o di fare secco un suo cliente. Ed è proprio questo il caso: non tutti sono come Maradona e il suo ospite, Willy Carnaroli, conduttore televisivo, non ha retto tutto quel “divertimento”. Così, le vite di Acerbi, Gasman e del commissario De Santis si intrecciano a causa del Cobra e di una misteriosa Rossa che farà strage tra i nostri protagonisti, si sfiorano e infine si scontrano in una danza macabra e assurda, esilarante e cupa, che trascina il lettore in un vortice di confusione e colpi di scena. Non mancano, anche qui, citazioni letterarie, musicali e cinematografiche, tipiche dello stile di Pesce, che rendono ogni suo libro un pozzo di nuove scoperte e frasi da sottolineare. Smettere di leggere questo libro sarà difficile quanto per Gasman smettere di bere, consigliatissimo!
L' inferno è vuoto
Il papa si tuffa nel vuoto e a Roma scoppia l’apocalisse: crimini, passioni, personaggi bestiali e una Rossa da sognare. Un romanzo on the rocks che scorre a perdifiato.
«Cosa ti aspettavi?» chiede il Beccamorto. «Il lieto fine? Quello esiste solo nelle favole. La vita è una merda; e poi si muore».
È domenica e tutto va storto. Il papa si butta dal balcone e Roma affonda nel caos. A Milano, Fabio Acerbi, agli ordini di un editore molto grande, corre a prendere il treno. Sogna di scrivere un best seller, ha già appuntamento con un cardinale. Ma chi è questa rossa, sul sedile di fronte, con le iridi così verdi da mettere a disagio? Poi c’è Alberto Gasman, che si sveglia in una saletta dell’Hype Club: alle prese con visioni fluorescenti, il cadavere di un presentatore stroncato dalla coca e una minorenne in cerca di guai. Il Cobra non lo paga certo per questo, ed è la volta che lo punirà. Se impalandolo, bruciandolo vivo o affidandogli una missione suicida, Alberto Gasman lo scoprirà presto, perché il Cobra lo aspetta alle tre. Ma chi è questa bella che sale le scale? Capelli rossi, collo leggero e fragile, un neo sulla guancia da baciare. Cosa ci fa nel bordello da cui il Cobra manovra la città? È martedì e tutto gira a mulinello. La nipote del prefetto è scomparsa, e spuntano cadaveri in ogni angolo. Il commissario De Santis balza da un verbale all’altro, spiritato: i misteri danno senso all’esistenza, e a lui è scoccata la scintilla. Qualcosa lega Fabio Acerbi, il Cobra e Alberto Gasman. Ma chi era quella donna di rara bellezza, al Grand Hotel Semiramide? Gli occhi verdi, ferini: i capelli che cadono sulla schiena come lava incandescente.
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Anno edizione:2018
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Valeria Ronchi 26 agosto 2019
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