Rispetto ad altri libri di Gioconda Belli,la trama è meno convincente, si perde un pò negli stereotipi, ma è funzionale ad un messaggio all'universo femminile(e non solo), quello della vita che va oltre il tempo e le etichette affibbiate dalle "fasi della vita". Ci accompagna attraverso un momento di cambiamento di una donna (ma che è di tutte le donne) che porta frustrazione, paura, senso di inutilità. Emma,la protagonista, sente di essere condannata ad appassire, perchè in maniera inaspettata, è entrata in menopausa e la società ha attribuito a questa fase della vita della donna, un significato fatale, come se fosse un punto finale nella fase creativa e vivifica della donna. Emma è stordita perchè dentro di sé, sente che la vita scorre ancora, che niente si è spento,ha solo cambiato forma, assunto una consapevolezza diversa. Anzi, questa nuova fase fa riemergere in lei, desideri sopiti, slanci abortiti, sogni messi da parte in una vita dedicata prevalentemente agli altri (marito e figli) e ora apparentemente vuota di scopi. Ma lei sceglie di abbracciare questa nuova sè, celebrando e accogliendo i cambiamenti che arrivano come una linfa nuova e vitale, come un dono della vita; come una fase finalmente dedicata a sè, come generatrice di altre forme di creatività e quindi, di vita. Al di fuori della trama, della storia nella quale si realizza questa scelta, è travolgente e attuale la celebrazione del femminile che attraversa le pagine e sa di ancestrale, animalesco, autentico. La Belli prende la carne e ne fa poesia.
