Introduzione a Aby Warburg

in formato digitale non è male, ma in formato cartaceo è tutta un'altra cosa

Il merito maggiore di questo bel libro di Claudia Cieri Via è quello di saper avvicinare il lettore a colui che è sicuramente uno dei personaggi più affascinanti e importanti della storia della critica d’arte,Aby Warburg,attraverso un ritratto del grande studioso sicuramente complesso (e non poteva essere altrimenti) ma altrettanto affascinante. La studiosa è chiara fin dal principio:il pensiero di Warburg si muove entro quattro concetti fondamentali:Pathosformeln,Polarità,Orientamento,Spazio del pensiero. Dopo il primo capitolo,dedicato alla formazione dello studioso- in cui l’autrice si sofferma su alcuni punti fondamentali: l’importanza di Jacob Burckhardt e del concetto di “Vita”,che porta Warburg a considerare “ogni fenomeno storico-artistico,al di là dell’importanza e dell’emergenza estetica, [determinando] un fondamentale ribaltamento critico del valore feticistico dell’opera d’arte come capolavoro,per riconsiderare tutta quella produzione cosiddetta minore quale caratteristica espressione di condizioni storiche e culturali”;la transitorietà da cui nasce l’atto artistico; la messa in discussione dell’idea generalizzata del Rinascimento naturalistico in nome della sopravvivenza dell’antichità classica (quest’ultima intesa in un accezione diversa da quella di Winckelmann);l’interesse per il rapporto tra testi e immagini (motivo per cui lo studioso amburghese è da considerarsi come l’iniziatore dell’iconologia)- i successivi capitoli sono dedicati alla disamina di tali concetti-guida. Viene così chiarita l’idea warburghiana secondo cui l’arte si presenta come evoluzione di una iniziale “impressione emotiva,che si manifesta nella forma religiosa”,e quindi dell’immagine artistica in quanto immagine simbolica che “esercita una forma di controllo e dunque di distanziamento dal pathos primitivo,in rapporto a un contesto sociale”-punto fondamentale del discorso di Warburg,in quanto l’arte viene posta come punto intermedio e di equilibrio tra gli opposti poli del pensiero magico-irrazionale e logico (da cui “iconologia dell’intervallo”,quella definizione così gravida di conseguenze);nonché l’importanza del tema della ninfa “che diventa un topos nella progressiva formulazione del concetto di Pathosformel”;la presa di distanza dallo storicismo idealista e dalla storia dell’arte estetizzante; la fondazione di una “psicologia storica dell’espressione umana”; il tema,cruciale,della trasmigrazione delle immagini da Nord a Sud; il metodo comparatista di Warburg che “attraversa sia la dimensione spaziale […] sia quella temporale”; la fondazione di un approccio iconologico basato sull’idea del “valore significante della forma e la sua non indipendenza dai contenuti delle opere d’arte”; la condanna dei “superlativi” barocchi; la svolta intellettuale negli anni della prima guerra mondiale che porta lo studioso a una presa di distanza dall’arte italiana e il seguente periodo a Kreuzlingen; i concetti tra loro consequenziali di memoria e inversione energetica. Ampio spazio è dedicato all’ultimo progetto di Warburg,Mnemosyne- il suo lascito più significativo insieme alla biblioteca- nato,scrive la Cieri Via, come “messa a fuoco di un sistema di espressione e comunicazione del suo pensiero attraverso le immagini” (nota la difficoltà dello studioso con la parola scritta,difficoltà condivisa con un altro grande della critica d’arte,Roger Fry),e a quegli “engrammi nei quali viene preservata l’energia mnemonica”,dotati di una carica neutra che si polarizza in termini di phatos/dinamico e ethos/statico a seconda delle epoche in cui vengono riattivati. Infine un ulteriore chiarimento del significato (duplice:tanto storico-artistico quanto disciplinare) che Warburg da al termine “iconologia” attraverso l’immagine del Giano bifronte. Estremamente interessante il rapido resoconto sulla storia della critica warburghiana che chiude il volume,dai primi saggi brevi di Erwin Panofsky e Ernst Cassirer scritti all’indomani della morte,alla n storica biografia intellettuale di Ernst Gombrich criticata da Edgar Wind,fino al fondamentale volume di Georges Didi-Huberman e al rinnovato interesse per lo studioso amburghese iniziato negli anni ’90 del secolo scorso. Ampio spazio è dedicato alla fortuna di Warburg in Italia,da Giorgio Pasquali a Carlo Ginzburg e Salvatore Settis. Tutto questo e molto altro. Davvero,nelle poche pagine a disposizione la Cieri Via è riuscita a condensare tutta la ricchezza e la complessità del pensiero di Warburg in modo sicuramente mirabile. Lettura consigliatissima!