Io c'ero. Per costruire pace fra i popoli bisogna seminarla ogni giorno nel proprio quotidiano, nei rapporti in famiglia e con il prossimo

Prima di assumere forma di libro questo che sfogliate oggi è stato un manoscritto conservato per anni in un cassetto. Fogli sciolti e battuti a macchina su una Olivetti 22 che io, l’autore, idealmente componevo come testimonianza di tempi oscuri ormai divenuti “storia” da studiare sui libri di scuola. Miei ricordi intimi che mai avrei pensato di manifestare ad alcuno finché ai nostri giorni, mi colpisce l’immagine di bocche spalancate ad urlare la parola “PACE PACE PACE”. Quattro sillabe scandite nei cortei, quasi un tripudio di esaltazione collettiva a pretendere un diritto senza conoscere, sulla propria pelle, la realtà di una guerra. A te che mi leggi, dico: non la guerra che ti fanno vedere in TV o raccontata, con spirito di parte, secondo l’orientamento politico. Non la realtà virtuale dei bagliori in cielo nei video che tu guardi stravaccato sul divano.