24/2025 un romanzo originalissimo dal punto di vista della scrittura, forse a tratti un po' disturbante. Wilhelm Bettuch, durante l'ultimo giorni della prima guerra mondiale, ruba il passaporto da un suo commilitone Hans Stern morto proprio quella notte. Da quel momento Wilhelm prende le sembianze del dott. Stern e riprende la sua vita in una confusione totale tra chi è e chi appare. Sarà realmente questo ciò che accade o è soltanto un trauma del dott. Stern? ad ognuno la sua interprestazione.
Io?
Mimetizzato per quasi un secolo come un piccolo vortice scuro fra le correnti della prosa espressionista, questo romanzo di Peter Flamm torna ad agire su di noi come un sortilegio, la stenografia di un sisma psichico ancora lontano dall’essere decifrato.
Berlino, 1918. La guerra è appena finita, un uomo torna a casa e non è più lui. È convinto di aver rubato l’identità a un morto. Crede di vivere nel corpo di un altro; tutti lo riconoscono e pensano di sapere con chi parlano. Solo il vecchio cane gli abbaia contro e lo morde. Il cane sa che quello non è il suo padrone. Poi comincia a ricordare: Grete, la giovane donna dalla chioma tizianesca che ora vede alla finestra, è sua moglie; nella culla c’è il loro bambino; si rivolge a un’anziana signora chiamandola «mamma». Ma quei ricordi non hanno radici, sono cose che sa: «come un attore me ne sto su un palcoscenico, imparerò la mia parte, è già scritta fino in fondo, di certo già da prima, e io mi limito a recitarla». Solo l’amore incondizionato e la gelosia per Grete – quando riceve la visita di un uomo, Borges, un «amico» che l’ha corteggiata mentre lui era al fronte – risveglia un sentimento che potrebbe essere suo. Questo è quanto ci è dato sapere del protagonista prima che la storia inizi. Lo ritroveremo nell’aula di un tribunale, accusato di omicidio, mentre cerca di scagionarsi. Ma chi parla in queste pagine? Chi ha commesso il crimine? Il rispettabile chirurgo berlinese Hans Stern, o piuttosto Wilhelm Bettuch, l’umile fornaio che sembra averne assunto le sembianze? La risposta rimane racchiusa nel punto interrogativo del titolo e le ultime parole che l’imputato rivolge ai giudici non fanno che rendere ancora più impenetrabile l’enigma: «Ora chinatevi, spazzate via quel po’ di terra. Ed ecco, troverete – me. Sì, ossa e teschio e polvere e il mio nome, che non è il mio nome eppure lo è, il mio destino, che non appartiene a me, ma a un altro, e ora mi è piombato addosso, soffocante come fosse il mio». Con una Nota di Manfred Posani Löwenstein.
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Anno edizione:2024
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Nik82 23 giugno 2025Trauma o fantasia?
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Mimmo 19 aprile 2025Anche no
Non ricordo perché l’ho comprato, o quale del mio io ha deciso l’acquisto. Adesso uno dei miei io, non lo consiglia. Prosa difficile e confusa. E non si legge per niente “in un fiato”. Follia allo stato puro.
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userrr 28 marzo 2025Ed io chi sono?
Ed io chi sono? questa è la domanda che si intrufola nella testa del lettore mentre si inerpica in un testo così intenso, che viaggia a ritmi serrati. Si sta parlando di un libro che mette di fronte a chi lo legge una storia molto complessa e che richiede attenzione affinché possa essere compresa. Questo testo è fortemente consigliato soprattutto a chi ama ragionare su se stesso e a chi apprezza un tema così forte e allo stesso tempo straziante come lo shell shock.
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