Il nome di Arnold Toynbee è spesso legato alla world history, grazie soprattutto all'opera "A study of History". L'idea alla base di questa stessa opera, ovvero di una crescente e sempre più forte relazione tra i processi che coinvolgono i vari gruppi umani dell'ecumene, si era rafforzata in virtù dell'esperienza dello storico durante la Prima Guerra Mondiale. La ricostruzione presente nel libro di Laura Di Fiore parte proprio dal ruolo che Toynbee ebbe all'interno del Foreign Office britannico, dove egli ebbe modo di confrontarsi direttamente con l'Impero ottomano. Molto interessante e, a tratti, inedita è la documentazione prodotta da Toynbee e relativa allo sterminio degli Armeni. Essa si inserisce in un quadro storiografico molto complesso, nel quale ancora oggi vi sono interpretazioni divergenti sull'accaduto. Le sue argomentazioni, pur presentando dei limiti interpretativi, possono essere considerate ancora valide. Significativa, inoltre, l'idea, più generale, che Toynbee aveva del ruolo da attribuire alla giovane repubblica turca, considerata - cito testualmente - "il principale banco di prova per l'Occidente". La capacità di colloquiare con l'opinione pubblica straniera, di confrontarsi con altri studiosi, di tracciare le coordinate storiche e culturali di Paesi lontani, ma resi irrimediabilmente vicini dalla guerra, era stata affidata dal governo britannico (ma non solo, perché si tratta di una prassi trasversale) ad un gruppo di storici, di cui faceva parte anche Toynbee. In un'epoca in cui il mestiere di storico aveva ancora una sua identità.
L' Islam e l'impero. Il Medio Oriente di Toynbee all'indomani della Grande guerra
Tra i vari profili di Arnold J. Toynbee - storico, filosofo della storia, antichista - quello che emerge dalle carte del Foreign Office di Londra è uno dei meno noti, ovvero quello di esperto dell'intelligence britannico negli anni della Prima guerra mondiale e dell'immediato dopoguerra. Dalle analisi sul riassetto del Medio Oriente messe a punto in vista della Conferenza di pace di Parigi emerge il ruolo centrale riconosciuto alla "civiltà islamica" in una dimensione essenzialmente politica e profondamente consapevole dei mutati equilibri nelle relazioni globali tra Occidente e Oriente, ben lontana quindi dalle semplificazioni culturaliste attribuitegli in anni recenti nell'ambito delle teorie sullo "scontro di civiltà". Ma il progetto politico per il Medio Oriente schiudeva per Toynbee anche uno scenario fondamentale per il futuro dell'impero britannico, in fase di declino e oggetto di proposte di riforma dall'inizio del secolo. Le rivendicazioni di autodeterminazione nazionale del mondo musulmano rappresentarono infatti un tassello essenziale nel quadro di un'originale riflessione politico-istituzionale tesa a legittimare su nuove basi l'avventura imperiale britannica.
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Anno edizione:2015
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