L' isola dei topi - Alberto Bertoni - copertina
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L' isola dei topi
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Descrizione


«Dalle cose, ho divorziato / Le compro, mi cadono, ne rompo / l'involucro e via / nel cassonetto / oppure le sposto e le trasloco / di senso e di ruolo / come un vecchio gioco, / cosí mi sento l'uomo / piú adatto a conquistare / l'assoluto non essere che sono»

Le sistoli e le diastoli che fanno pulsare questo libro sono il ricordo e la dimenticanza, che si alternano fin dalla prima poesia in una dialettica che non sembra poter trovare sintesi. C'è una pulsione a ricordare e una a dimenticare. C'è una volontà di tagliare legami e una di rafforzarli, di difenderli dal tempo. In questo percorso, movimentato dalla presenza di animali reali e simbolici – uccelli, gatti, cavalli, insetti –, si attraversano luoghi e persone come intravisti da una porta di casa che non si sa se tenere aperta o chiudere una volta per tutte. La voce che ci conduce vorrebbe essere distaccata, disprezzare la nostalgia, salvo riaccendersi improvvisamente per passioni non sopite (in primis le corse di trotto) o per antiche e moderne idiosincrasie. Ma inquietanti immagini di topi (l'ennesimo, definitivo animale del libro) si insinuano parossisticamente tra i versi dell'ultima sezione. Nemici spietati o solo messaggeri di qualcosa che non si riesce ad avvertire compiutamente, l'oscura minaccia dei topi porta il ritmo delle poesie alla fibrillazione. L'elegante controllo delle ambivalenze si sgretola lasciando spazio a un profondo disagio, ma anche, simmetricamente, a un estremo attaccamento al mondo interiore ed esterno.

Dettagli

18 maggio 2021
144 p., Brossura
9788806249588

Valutazioni e recensioni

  • symo
    Buon livello ma nulla di stravolgente

    Più di qualche spunto interessante in questa raccolta di poesie ma nulla che possa far cascare dalla sedia. Si percepiscono forse in maniera eccessiva i grandi poeti ispiratori dell'autore: Vittorio Sereni e il tardo Montale su tutti.

Conosci l'autore

Foto di Alberto Bertoni

Alberto Bertoni

Alberto Bertoni (Modena 1955) è un poeta e saggista italiano e insegna Letteratura italiana contemporanea e Prosa del Novecento all’Università di Bologna. Oltre a numerosi saggi e volumi di argomento novecentesco, è autore – sul versante poetico – dei volumi: Lettere stagionali (1996, con una nota di Giovanni Giudici); Tatì (1999); Il catalogo è questo. Poesie 1978-2000 (2000); Ho visto perdere Varenne (2006); Ricordi di Alzheimer (2008, 2012, 2016, accompagnate da una poesia in versi pavanesi di Francesco Guccini e da una nota critica di Milo De Angelis); Traversate (2014, prefazione di Paolo Valesio). Si ricordano inoltre Le cose dopo (2003), Il letto vuoto (2012) e Poesie 1980-2014 (2018), pubblicati da Aragno.

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