Recensioni Istella mea

Istella mea di Ciriaco Offeddu
Barigada si c'est s'istella mea, pro cussu s'est su logu iscurigadu… Svanita è la mia stella, e per questo il mondo si è oscurato… da una poesia del bandito sardo Bachisio Bachis Sulis Nuoro, anni Sessanta: in una Sardegna popolata di cavalieri, pastori e leggende la giovanissima Rechella scopre l'amore grazie all'incontro con Martino, un ragazzino dalla fantasia fervida, capace di prodigi come quello di alzarsi in volo e spingere lo sguardo fino al mare. Martino è stato abbandonato dai genitori e vive con sua nonna Jaja, donna rispettata e temuta, narratrice di storie favolose, che nella sua cantina nasconde qualcosa di oscuro e potente… Dalla Sardegna magica e ventosa fino all'Argentina malinconica degli emigrati,   questo romanzo segue il destino di donne e uomini dominati da amori e odi inestinguibili. A fronteggiarsi sono due opposti modelli di femminilit à , quello della sùrbile   – maestosa incarnazione leggendaria di colei che, come una vampira, succhia le migliori energie di chi le sta vicino – e quello di una donna innamorata, determinata a vendicare e salvare la "stella" perduta della sua vita. Istella mea   è un romanzo nel quale la tradizione letteraria del realismo magico si mescola a una riflessione sul male e sulla possibilità del bene. Ma è soprattutto una grande avventura in cui cadere, come in un sogno. "L'universo femminile continua ad apparirmi più profondo e complesso di quello maschile, difficile da dipanare e perciò maggiormente interessante. Il personaggio della sùrbile , con il suo dolore divenuto veleno, è il volto oscuro che si oppone a quello generoso, accogliente, solare di tante donne che, come Rechella nel romanzo, non smettono mai di credere nella possibilità del bene." Ciriaco Offeddu )
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