Il libro di La Malfa ci pone di fronte ad un quesito non facile e per certi versi sorprendente: che cosa rimane oggi della rivoluzione keynesiana? Da qui l'autore parte per cercare di restituire ai lettori una visione dell'economista il più possibile fedele all'originale. Passo dopo passo si ripercorrono i principali momenti che portarono Keynes alla stesura della sua opera più celebre e rivoluzionaria, 'La teoria Generale', le difficoltà, lo scetticismo degli altri economisti e di una società ancora non completamente uscita dal trauma della Grande Depressione. Viene raccontato il successo delle sue idee e il progressivo declino, fino ai giorni nostri. Sicuramente contagioso il messagio secondo cui l'economia dovrebbe rispondere di più ai valori umani rispetto ai fini utilitaristici; il libro risulta a tratti ridondante di passaggi originali tratti da altre opere, nonostante questo comunque in grado di mantenere alta l'attenzione del lettore in ogni capitolo.
John Maynard Keynes
Il fascino della visione di Keynes nasce dalla ricchezza di un pensiero capace di ricollocare l'economia in un vivo dialogo con la storia, la politica, la società, la filosofia. Keynes è stato il pensatore di un'epoca di crisi profonda. La Grande guerra, il crollo di Wall Street nel 1929, la Seconda guerra mondiale segnano drammaticamente il suo tempo. E la forza del suo messaggio non sta solo nell'offrire una spiegazione convincente delle cause storiche e politiche di quella stagione devastante. Sta nel rifiutare di rassegnarsi, nel continuare a cercare soluzioni concrete e sperimentabili, nel riaffermare l'idea scandalosa secondo cui la scienza economica non deve mirare al bene dei mercati ma al bene dell'umanità. Dopo Keynes la scienza economica sembra di nuovo avere perso di vista questa sua ragion d'essere non solo economica. Oggi tocca di nuovo a una crisi violentissima, di cui non vediamo la fine, il compito di riaprirci gli occhi sulla verità dell'economia. Viene meno ogni illusione circa le presunte virtù della "mano invisibile", che avrebbe dovuto condurre i mercati a uno spontaneo equilibrio e le ricchezze a un'armoniosa ridistribuzione. La "mano visibile" della politica torna ad apparire come un ragionevole e necessario contrappeso alla cieca autonomia dei mercati. E nel quadro di questo grande dibattito che va imponendosi con sempre più forza e necessità, Keynes torna a essere una guida indispensabile, per il nostro presente e il nostro futuro.
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Anno edizione:2015
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