Raramente mi sono imbattuto in un romanzo ben scritto così avvincente e pieno di colpi di scena. Praticamente mi sono innamorato della protagonista.
Keyla la rossa
Non era affatto sicuro, Singer, di voler pubblicare questo romanzo in una lingua che non fosse lo yiddish: perché dentro ci sono cose che esitava a mettere sotto gli occhi dei lettori americani, e del resto del mondo. C'è, per esempio, il «lato oscuro» di quella via Krochmalna da lui resa un luogo letterariamente mitico, dove viveva, in condizioni di estrema miseria, la comunità ebraica di Varsavia (e la sua stessa famiglia): i bassifondi, i bordelli, i covi dei ladri, dei ricattatori e dei magnaccia; e un accenno a un argomento tabù: il traffico, a opera di malavitosi ebrei, di ragazze giovanissime, che dagli shtetl dell'Europa orientale venivano mandate a prostituirsi in Sudamerica; e, come se non bastasse, un ebreo che va a letto sia con gli uomini che con le donne: atto ignominioso, inammissibile. Ma tutto questo, per noi lettori di oggi, passa in secondo piano rispetto al nucleo incandescente del romanzo, che è una doppia storia di amour fou: quella tra Keyla la Rossa, una irresistibile puttana quasi trentenne, e suo marito Yarme, un seducente avanzo di galera; e quella, ancora più straziante e furibonda, tra la stessa Keyla e Bunem, il figlio diciannovenne di un rabbino, che con lei riuscirà a raggiungere l’America, la terra di tutte le speranze e di tutte le disillusioni. Sullo sfondo, la vita brulicante, ardente, odorante e maleodorante di via Krochmalna, prima, e poi delle miserabili strade di New York dove vivevano gli emigrati all’inizio del secolo scorso: affreschi possenti, che non a caso molti hanno accostato a quelli ottocenteschi di Dickens e Dostoevskij.
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ANTONIO SINTINI 21 giugno 2018
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I.B. Singer è e rimane uno scrittore straordinario, vincitore, con merito, del Premio Nobel nel 1978. Tra il 1976 e il 1977 scrisse questo romanzo e lo pubblicò a puntate, ma solo in ebraico, probabilmente per non irritare con temi scandalosi (per quei tempi) critica e lettori. Di fatto il romanzo delude parecchio rispetto alle aspettative e a quanto dichiarato da Adelphi. Si tratta della storia di una prostituta "irrisolta", nei primi anni del 1900, a Varsavia. Keyla (il nome della protagonista che dà il titolo al romanzo) dopo tre esperienze in bordelli di Varsavia si sposa con Yarme e tenta, una prima volta di redimersi. Poi Yarme incontra un suo vecchio amico e compagno (anche in senso fisico e sessuale) di prigione - Max ed insieme formulano un piano criminale per derubare con falso testamento un vecchio e per trasferirsi poi in Sud America gestendo un traffico di giovani ragazze indirizzate alla prostituzione. Keyla la rossa, violentata da Max (che l'aveva già conosciuta ed apprezzata nel bordello d'esordio della sua carriera), comincia a perdere la testa. Non le è molto chiaro il senso del peccato e la via che intende seguire, vittima dell'alcool e del "richiamo degli abissi". Incontra un rabbino da cui è corsa a confessarsi ed intreccia una storia d'amore con il figlio di questi - Bunem - trasferendosi negli Stati Uniti. Anche qui sarà raggiunta da Max e Yarme, e soprattutto dai suoi fantasmi, senza riuscire ad espiare e a trovare la sua via, in balia dell'ignoranza e della precarietà morale. Una prostituta irrisolta quindi. La prima parte, quella che si svolge a Varsavia è decisamente più interessante, con qualche "momento brechtiano". Poi però, con la seconda parte e la scena spostata a New York, il romanzo frana anche in termini di sostanza. Forse, essendo benevoli, si potrebbe pensare che I.B. Singer abbia voluto trasferire, anche nella narrazione, il disordine mentale di Keyla. Più probabilmente l'autore non si è interessato più che tanto di ciò che aveva scritto (il fatto di aver voluto la traduzione dall'ebraico deporrebbe a sostegno di questa tesi) e che non riteneva all'altezza di altre sue opere.
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Singer racconta una città fatta di credenti delle sacre scritture e timorati da Dio e da altri che quel Dio lo negano con tanto di argomentazione. Immergersi in queste pagine è veramente un tuffo nel passato, un passato poco conosciuto e che poi è finito definitivamente con l'avvento del nazismo, dell'occupazione della Polonia da parte dell'esercito tedesco, della deportazione in blocco di tutte per persone che abitavano i quartieri ebraici di Varsavia. Singer, per chi lo conosce, è un romanziere pieno di spirito tipicamente ebraico, che ritroviamo nelle rappresentazioni di Moni Ovadia, nelle barzellette ebraiche che racconta nei suoi spettacoli. Leggetelo," Keyla la rossa" merita di sicuro
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