Keyla la rossa - Isaac Bashevis Singer,Elisabetta Zevi,Marina Morpurgo - ebook
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Keyla la rossa
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Descrizione


Non era affatto sicuro, Singer, di voler pubblicare questo romanzo in una lingua che non fosse lo yiddish: perché dentro ci sono cose che esitava a mettere sotto gli occhi dei lettori americani, e del resto del mondo. C'è, per esempio, il «lato oscuro» di quella via Krochmalna da lui resa un luogo letterariamente mitico, dove viveva, in condizioni di estrema miseria, la comunità ebraica di Varsavia (e la sua stessa famiglia): i bassifondi, i bordelli, i covi dei ladri, dei ricattatori e dei magnaccia; e un accenno a un argomento tabù: il traffico, a opera di malavitosi ebrei, di ragazze giovanissime, che dagli shtetl dell'Europa orientale venivano mandate a prostituirsi in Sudamerica; e, come se non bastasse, un ebreo che va a letto sia con gli uomini che con le donne: atto ignominioso, inammissibile. Ma tutto questo, per noi lettori di oggi, passa in secondo piano rispetto al nucleo incandescente del romanzo, che è una doppia storia di amour fou: quella tra Keyla la Rossa, una irresistibile puttana quasi trentenne, e suo marito Yarme, un seducente avanzo di galera; e quella, ancora più straziante e furibonda, tra la stessa Keyla e Bunem, il figlio diciannovenne di un rabbino, che con lei riuscirà a raggiungere l’America, la terra di tutte le speranze e di tutte le disillusioni. Sullo sfondo, la vita brulicante, ardente, odorante e maleodorante di via Krochmalna, prima, e poi delle miserabili strade di New York dove vivevano gli emigrati all’inizio del secolo scorso: affreschi possenti, che non a caso molti hanno accostato a quelli ottocenteschi di Dickens e Dostoevskij.

Dettagli

Tutti i dispositivi (eccetto Kindle) Scopri di più
280 p.
Reflowable
9788845979514

Valutazioni e recensioni

  • Ale
    L'amore dove non c'è

    "A ventinove anni Keyla la rossa era giá passata per tre bordelli. Capitava di rado che una femmina cosí si sposasse. Era un segno del cielo per tutte le puttane di Varsavia: non dovevano perdere la speranza, l'amore avrebbe continuato a governare il mondo" Con la traduzione in italiano di questo romanzo (pubblicato in America in yiddish tra il 1976 e il '77), la casa editrice Adelphi fa un regalo inaspettato agli amanti dei romanzi di Singer. 'Keyla la Rossa', infatti, è una vera e propria opera d'arte, il classico libro che vorresti non finisse mai. Ambientato tra New York e Varsavia agli inizi del XX secolo, il romanzo tratta l'argomento spinoso (e forse anche tabú per lo stesso autore all'epoca) dello sfruttamento della prostituzione in Polonia, ricordando tutte quelle ragazze spedite oltreoceano con la valigia carica del peso del sogno americano ma che, una volta arrivate, vengono sbattute per strada. Keyla è una di loro. Ma non è solo questo. Infatti, in realtá, si rivela il personaggio piú candido, il piú pulito di tutta una vicenda che puzza di miseria, tristezza, insoddisfazione, ricatti e bugie, vizi e ipocrisia. L'amore, qui, non ha spazio, non è piú un sentimento, non può esserlo. È follia, ossessione, possesso. Solo Keyla è ancora capace di riporvi speranza, nonostante la sua condizione di emarginata, sfidando cosí tutti i pregiudizi. Un romanzo forte che non ha peli sulla lingua. E Keyla è cosí immensa che sembra quasi rialzarsi piano piano dalla fogna dalla quale proviene, pagina dopo pagina, per poi riemergere e mostrarsi in tutta la sua vera bellezza, quella dell'anima. L'unica in grado di far vedere e sentire l'amore, anche dove l'amore non c'è.

  • ANTONIO SINTINI

    Raramente mi sono imbattuto in un romanzo ben scritto così avvincente e pieno di colpi di scena. Praticamente mi sono innamorato della protagonista.

  • I.B. Singer è e rimane uno scrittore straordinario, vincitore, con merito, del Premio Nobel nel 1978. Tra il 1976 e il 1977 scrisse questo romanzo e lo pubblicò a puntate, ma solo in ebraico, probabilmente per non irritare con temi scandalosi (per quei tempi) critica e lettori. Di fatto il romanzo delude parecchio rispetto alle aspettative e a quanto dichiarato da Adelphi. Si tratta della storia di una prostituta "irrisolta", nei primi anni del 1900, a Varsavia. Keyla (il nome della protagonista che dà il titolo al romanzo) dopo tre esperienze in bordelli di Varsavia si sposa con Yarme e tenta, una prima volta di redimersi. Poi Yarme incontra un suo vecchio amico e compagno (anche in senso fisico e sessuale) di prigione - Max ed insieme formulano un piano criminale per derubare con falso testamento un vecchio e per trasferirsi poi in Sud America gestendo un traffico di giovani ragazze indirizzate alla prostituzione. Keyla la rossa, violentata da Max (che l'aveva già conosciuta ed apprezzata nel bordello d'esordio della sua carriera), comincia a perdere la testa. Non le è molto chiaro il senso del peccato e la via che intende seguire, vittima dell'alcool e del "richiamo degli abissi". Incontra un rabbino da cui è corsa a confessarsi ed intreccia una storia d'amore con il figlio di questi - Bunem - trasferendosi negli Stati Uniti. Anche qui sarà raggiunta da Max e Yarme, e soprattutto dai suoi fantasmi, senza riuscire ad espiare e a trovare la sua via, in balia dell'ignoranza e della precarietà morale. Una prostituta irrisolta quindi. La prima parte, quella che si svolge a Varsavia è decisamente più interessante, con qualche "momento brechtiano". Poi però, con la seconda parte e la scena spostata a New York, il romanzo frana anche in termini di sostanza. Forse, essendo benevoli, si potrebbe pensare che I.B. Singer abbia voluto trasferire, anche nella narrazione, il disordine mentale di Keyla. Più probabilmente l'autore non si è interessato più che tanto di ciò che aveva scritto (il fatto di aver voluto la traduzione dall'ebraico deporrebbe a sostegno di questa tesi) e che non riteneva all'altezza di altre sue opere.

Conosci l'autore

Foto di Isaac Bashevis Singer

Isaac Bashevis Singer

1903, Leoncin

Isaac Bashevis Singer è stato uno scrittore ebreo-polacco di lingua jiddish, vincitore del Premio Nobel per la letteratura nel 1978. Di ascendenza rabbinica, trascorse l’infanzia nel quartiere popolare di Varsavia dove il padre aveva il suo «Beth Din» (tribunale religioso ebraico): l’esperienza di questo ambiente osservante e avventuroso, domestico e insieme sacrale (rievocato nel libro di ricordi Alla corte di mio padre, 1966), così come gli studi nel seminario rabbinico di Varsavia, furono determinanti per la sua personalità di scrittore, rivelatasi dopo che, nel 1935, si trasferì a New York. Il suo primo romanzo, Satana a Goray (1935), ritrae la tentazione messianica, ossia il sogno mistico-erotico e perverso di cooperare all’infrazione...

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