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«La giovanissima Lavinia Petti scatena la sua immaginazione, in una prosa schietta e appassionata.» - Valeria Parrella, Grazia
«La spavalda inventiva di un'autrice che effettivamente ha non pochi talenti.» - Francesco Durante, Corriere del Mezzogiorno
«Atmosfere alla Záfon, una Napoli più gotica che solare e uno scrittore in cerca di se stesso sono le premesse di un romanzo che è un viaggio (anche interiore) in un mondo fantastico.» - Wired
Antonio M. Fonte è uno scrittore di enorme successo, ma per lui fama e ricchezza non hanno alcun significato. Stralunato e sociopatico, vive in una vecchia casa dei Quartieri Spagnoli di Napoli con la gatta Calliope, e se non ci fosse il suo agente letterario a ricordargli scadenze e doveri sarebbe incapace di distinguere ciò che è reale da ciò che forse non lo è. Ma un giorno, in mezzo alle migliaia di lettere dei suoi ammiratori, Antonio ne riceve una che non può ignorare. Datata quindici anni prima, è indirizzata a una donna che Antonio non crede di avere mai conosciuto. Solo il nome del mittente gli è familiare, perché è il suo. Quella lettera l'ha scritta lui, senza alcun dubbio. Quelle parole accennano a un ricordo smarrito e a un uomo che è stato ucciso, forse da lui stesso. Ma Antonio di tutto questo non ricorda nulla. Il giorno del suo cinquantesimo compleanno, si perde nei vicoli di Napoli e in un palazzo mai visto prima incontra uno strano personaggio che ha la mania di raccogliere tutto ciò che gli uomini perdono: nel suo Ufficio Oggetti Smarriti non si trovano solo mazzi di chiavi, libri o calzini spaiati, ma anche ricordi di giochi infantili, amori giovanili, speranze e sogni dimenticati. Antonio intuisce che è da lì che deve partire per ritrovare il filo del suo passato e risolvere l'enigma della lettera. Ma quell'enigma nasconde arcani ancora più insondabili: il segreto di una città che cambia forma e aspetto, l'avventura di un viaggio imprevedibile...
Una piacevole scoperta, un libro che ti porta in un mondo parallelo, dove tutto quel che c'è sono pure illusioni, cose e dimenticate. La storia è davvero interessante e fin da subito il lettore si ritrova a porsi mille domande come ad esempio Genève è reale oppure è anche lei l'ennesima illusione di Tirnail? Leggi la storia dall'inizio e solo quando arrivi alla fine tutto cambia, capisci realmente che cosa sia accaduto e che cosa sia reale e cosa no. Il libro porta a delle riflessioni non da poco come ad esempio che cosa faresti se sapessi di avere solo più due ore della tua vita? A chi e a che cosa lo dedicheresti? Quale peso daresti ad un ricordo, ad una memoria? E che cosa saresti disposto a fare per dimenticarlo oppure per poi riaverlo?
Un libro fantasy che va oltre la fantasia per riagganciarsi alla realtà. Ci sono tutti gli elementi del genere fantasy: la magia, il mistero, la suspense, il fantastico, ma tutto è allegoria della realtà. Quindi questa storia, sospesa tra finzione e verità, si trasforma in una storia che tratta di qualcosa di vero, qualcosa con cui abbiamo a che fare costantemente: il tempo. L’autrice si serve del protagonista Antonio e della sua vicenda per trasmettere un messaggio semplice, ma a volte difficile da applicare: non bisogna soffermarsi sull'inesorabile trascorrere del tempo, l’unica cosa dare fare è impiegare impiegare bene il tempo, dare importanza e significato ad ogni momento. Solo così si avranno dei ricordi che rimarranno intatti nel tempo. Una bella storia, abbastanza avvincente, con un messaggio profondo.
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Conosci l'autore
Lavinia Petti
1988, Napoli
Lavinia Petti è nata a Napoli nel 1988. Laureata in Studi Islamici all’Istituto Orientale di Napoli, ha vinto vari concorsi letterari (Premio Tabula Fati, Premio Robot, Premio Book’s Bar, Scrittura Giovane). Nel 2015 ha pubblicato con Longanesi il suo primo romanzo, Il ladro di nebbia (Premio Brancati 2016), tradotto in molte lingue. Nel 2019 pubblica La ragazza delle meraviglie (Longanesi).
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