Moshfegh ci serve una fiaba nera in cui nessuno è davvero innocente e il mondo è un circo grottesco di peccati, fame, superstizione e potere. Strana, cruda, imprevedibile. Ma il punto non è dove si va, ma come ci si sente mentre si sprofonda in questo mondo malsano. È cattivo, assurdo, spesso disturbante, ma scritto con quella freddezza elegante e ironica che ti fa venire voglia di continuare a leggere anche quando tutto grida “FERMATI!”. Una lettura per stomaci forti e menti curiose, perfetta se ti piacciono le storie dove tutto è storto… ma splendidamente scritto.
Lapvona
«Moshfegh crea un mondo dal quale non puoi distogliere lo sguardo.» - The Atlantic
È un anno di siccità e carestia, e il villaggio medievale di Lapvona continua a essere prosciugato dei suoi averi dalle richieste del governatore Villiam, che vive in cima alla collina. Il piccolo Marek, maltrattato dal padre pecoraio, trova consolazione nel legame con Ina, l’ostetrica cieca che lo ha allattato quando era un neonato come ha fatto con tanti altri bambini del posto. Ma Ina possiede un dono nascosto: la capacità unica di comunicare con il mondo naturale e accedere quindi a conoscenze sacre che spaventano alcuni abitanti del villaggio. Tra di loro c’è padre Barnaba, il prete che, insieme al governatore, vessa un popolo sempre più stanco dei soprusi dei potenti. Ma quando il destino porta Marek più vicino alla famiglia del governatore, nuove forze sconvolgono il vecchio ordine, e il velo tra cecità e vista, vita e morte, natura e spiriti si assottiglia sempre più.
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Anno edizione:2024
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Riv 30 maggio 2025Imprevedibile
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madda 12 febbraio 2025
un film prodotto dalla A24 con la regia di Lanthimos, ecco cos'è questo libro
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Anita 11 gennaio 2025Deludente
Mi aspettavo tanto da questo libro, forse troppo, perché purtroppo ne sono rimasta parecchio delusa. Da amante del grottesco, Lapvona aveva per me le premesse di diventare un preferito, il problema è stato che personalmente non ci ho trovato nessun senso, nessun messaggio rivoluzionario. L'obiettivo era forse quello di mostrare la ferocità selvaggia della natura umana, di criticare un concetto medievale (e non solo) di fede, abusata dai potenti per i propri scopi, di descrivere un'antica realtà degradata. Ma nonostante queste tematiche, accompagnate per tutto il romanzo da descrizioni disgustose e disturbanti, (che tra l'altro mi sono sembrate esagerate all'ennesima potenza con l'unico fine di disgustare il lettore) l'ho trovato piuttosto banale, non mi ha suscitato nulla. Mentre leggevo l'unica cosa che riuscivo a pensare era "Ok, e quindi?". Ho trovato anche la scrittura piuttosto arida. Un vero peccato, perché le premesse erano davvero interessanti, e a mio parere la Moshfegh non è stata in grado di svilupparle in modo che il tutto funzionasse. Vorrei dire che forse non ero nel target del libro, ma invece è proprio il contrario, ed è per questo motivo che ne sono rimasta così delusa. Tutto sommato non lo considero un brutto romanzo, ma non ne consiglierei la lettura.
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