Lapvona

Lapvona è il nome della città medioevale in cui è ambientato il romanzo, popolata da abitanti che lavorano duramente per soddisfare i capricci del proprio sovrano, Villiam. tutti qui sono credenti – forse anche troppo – ed il bisogno di dover commettere atti ‘puri’ per poter accedere al Paradiso è una ragione di vita. il protagonista è Marek, un ragazzino storpio e per nulla fortunato. non è apprezzato da nessuno, nemmeno dal padre Jude che preferisce di gran lunga le sue pecore e le accudisce come fossero dei figli. sembrerebbe che l’unica a donargli un po’ di affetto sia Ina, l’anziana nutrice cieca – alcuni pensano sia una ‘strega’, cura le persone con le erbe, parla con la natura e continua ad allattare alcuni degli abitanti seppur adulti… sì, avete letto bene e questa è solo una delle tante cose disturbanti che capiteranno in Lapvona. è un romanzo che merita di essere letto, vi anticipo solo che troveremo molti personaggi, ne cito alcuni: Jacob, il figlio bellissimo del sovrano; padre Barnaba, il prete del villaggio che definisce gli abitati di Lapvona ‘stupidi’ – disposto a servire Villiam in tutto e per tutto pur di starsene al sicuro, il vecchio Grigor così affezionato ai suoi nipoti ed in cerca della verità… tutto è cosi profondamente superficiale, così assurdo, inaspettato. tutti sono così egocentrici. vi troverete spesso a pensare “ma che cosa sto leggendo!?” però allo stesso tempo non riuscirete a staccarvene!

Libro che racchiude il concetto di capitalismo. Non il mio preferito dell'autrice, ma ben scritto

Ho detestato tutti i personaggi, dal primo all'ultimo. Perchè sono gretti e crudeli e più ancora perché la loro meschinità e stupidità fa sì che neanche si rendano conto di quanto gratuita e inutile sia la loro cattiveria. In merito al romanzo, il mio giudizio è un meh. L'ho trovato molto gore, e se all'inizio le scene più cruente mi impressionavano (soprattutto perché descritte in modo asettico e piatto, come se la disumanità fosse ordinaria), in un secondo momento ho avuto l'impressione che la Moshfegh ci sguazzasse un po' in questa morbosità, e la brutalità del romanzo fosse più fine a sé stessa che non altro. Lo conferma la trama, che è molto debole e anzi, a tratti quasi inesistente. Sembra una sequela di episodi horror che mostrano quanto profondamente meschini siano i personaggi.