Lo stile di questo autore, diretto e schietto, mi piace. Gemmell è in grado di emozionare il lettore senza necessariamente ricorrere ad una storia ampia; egli riserva l’attenzione alla caratterizzazione dei suoi personaggi e lascia l’ambientazione in sottofondo, spesso legata alla storia del nostro mondo. Anche la magia è presente ma funzionale, non fine a se stessa. Il romanzo è basato principalmente sull’assedio ad una fortezza difesa da gente che si riscopre eroica pur senza reputarsi tale. Un protagonista guerriero che, ai miei occhi, risulta un po’ troppo spaccone per essere eroe; altri personaggi riusciranno a superarlo in questo. Siamo di fronte ad un confronto corale con le proprie paure e il proprio coraggio. Come spesso accade nella vita, laddove il singolo può fallire il gruppo ha la capacità di trasformare personalità, riservando sorprese inattese. Per quanto una piacevole lettura, a questo romanzo d’esordio non attribuisco voto pieno. Ai miei occhi il finale non ha mantenuto quell’intensità tragica che i presupposti hanno alimentato. Credo che per rispettare una speranza conclusiva, peraltro legittima, Gemmell abbia modificato le sorti di alcuni valorosi. Sicuramente non un finale banale, ma se non fosse per la stima che nutro per l’autore, confesso che l’avrei considerato tale.
