Ho sempre percepito gli epistolari con una nota di noia e disappunto, di malinconia e sdegno, come se lo spulciare la corrispondenza intima di un autore violasse la sua sfera più personale e tradisse la fiducia accordataci quando si decide di dare alle stampe la propria opera. Ma in queste "Lettere a mia madre", tradotte integralmente per la prima volta dalla piccola casa editrice trevigiana Santi Quaranta, trova spazio un nuovo scorcio dello scrittore francese, un volto che mai avrei scoperto se avessi letto solamente le opere stampate. L'epistolario infatti, il cui stile richiama prepotentemente "Il Piccolo principe", mette in luce lati sconosciuti di Saint-Exupéry. La lontananza, la sofferenza, l'angoscia, la noia, questi a un primo sguardo sono i sentimenti che sembrano affiorare dalle pagine del carteggio che l'aviatore francese intrattenne con la propria madre. Ma a mano a mano che si procede nella lettura si comprende come l'amore e l'affetto per le persone care - la madre, le sorelle - rimangano i punti fermi dello scrittore. E così, appena giunto a terra e prima di risalire sulla carlinga del suo aeroplano e di riprendere a volteggiare nei cieli, ecco che il pensiero va alla "mamma adorata", l'unico faro della sua vita, il solo porto dove attraccare per trovare rifugio e protezione dai malanni della vita.
Lettere a mia madre
Lettere a mia madre comprende la corrispondenza indirizzata da Saint-Exupéry alla "mamma adorata" tra il 1910 e il 1944: l'epistolario si conclude infatti con la struggente lettera del luglio 1944, che fu recapitata alla madre quando Saint-Exupéry era già morto da un anno. In esso possiamo leggere, come in filigrana, alcune stagioni della vita del grande scrittore francese: la fanciullezza e l'adolescenza, la giovinezza e la maturità. Questo epistolario è segnato da alcuni punti fermi che contraddistinguono la sua narrativa: la levità festosa, la quotidianità minima e familiare, lo humour sbarazzino e immediatamente godibile, la riflessione acuta, la verità dei sentimenti. Saint-Exupéry tocca con garbo e dolcezza affettuosa le piccole cose, portandole ad un alto livello di sensibilità e di sguardo partecipe e, insieme, è dotato di un pensiero originale, improvviso e incalzante, che convince profondamente. Soprattutto questo 'diario' si rivela come un altare fiorito per la madre, cui il futuro scrittore confida, con una punta di amorevole cerimoniosità secondo l'educazione dell'epoca, le sue difficoltà, i successi e le gioie; la sua cronica mancanza di denaro e i suoi abbattimenti. C'è una costanza d'amore in tutto questo affascinante, inimitabile epistolario, dove si manifesta sì la geografia dell'anima ma si mostra anche la geografia viva del territorio, particolarmente quella del deserto africano che Saint-Exupéry sorvolò incessantemente come pilota di linea.
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Autore:
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Traduttore:
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Editore:
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Collana:
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Anno edizione:2015
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Marco D'Aliberti 02 marzo 2017
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