Lettere sulla psicoanalisi. Carteggio con Joachim Flescher 1946-1949 - Umberto Saba - copertina
Lettere sulla psicoanalisi. Carteggio con Joachim Flescher 1946-1949 - Umberto Saba - 2
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Letteratura: Italia
Lettere sulla psicoanalisi. Carteggio con Joachim Flescher 1946-1949
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Descrizione


Questo volume raccoglie gran parte degli scritti e delle lettere sulla psicoanalisi di Umberto Saba. Come è noto, Saba è stato insieme a Svevo lo scrittore italiano che più precocemente si è interessato alla scienza freudiana. Ma per Saba, a differenza di Svevo, la psicoanalisi non ha soltanto costituito un interesse speculativo, bensì è stata un'esperienza esistenziale diretta (fu in analisi con Edoardo Weiss). Il nucleo centrale, e finora inedito, di questo libro è nel carteggio che tra il 1946 e il 1949 il poeta tenne con Joachim Flescher, psicoanalista e direttore, a quel tempo, di "Psicoanalisi", organo ufficiale della Società italiana di psicoanalisi. L'oggetto della discussione non è di quelli che permettono impassibilità e distacco da parte degli interlocutori, e soprattutto da parte di Saba. Come bene spiega nella sua lucidissima postfazione Arrigo Stara, curatore del volume, dopo un'iniziale disamina di questioni generali legate alla teoria freudiana, presto "nelle pagine che Saba scrive a Flescher, le memorie dell'infanzia, le immagini, le "storielle" e le argomentazioni ricavate dalla sua prima educazione sotto la tutela della legge ebraica materna (che veniva a spezzare il "paradiso" degli anni in cui era stato affidato alla balia) si affollano e danno corpo a quell'ostilità che, ancora come forma vuota, egli aveva riversato sullo psicoanalista; Flescher diventa a sua volta la sagoma, il bersaglio sostitutivo, sul quale ricadono-le accuse.

Dettagli

4 aprile 2013
126 p., Brossura
9788867230112

Conosci l'autore

Foto di Umberto Saba

Umberto Saba

1883, Trieste

Umberto Saba è stato un poeta italiano. La madre, ebrea, fu abbandonata dal marito prima della nascita del figlio: S. conobbe il padre solo da adulto ma ne rifiutò il cognome, Poli, assumendone uno che suonasse omaggio alla razza materna («saba» significa «pane» in ebraico). Senza aver terminato gli studi, lavorò come praticante in una casa di commercio triestina e anche come mozzo su un mercantile. Fu militare durante la grande guerra, ma non andò mai al fronte. L’esordio poetico di S. era avvenuto già nel 1903 con l’edizione privata de Il mio primo libro di poesia, ma la sua prima vera uscita pubblica è del 1911, con Poesie, introdotte da S. Benco. Seguiranno nel ’12 le liriche di Coi miei occhi e il saggio...

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