(Como 1878 - Rebbio, Como, 1949) scrittore italiano. Dopo una fugace esperienza futurista, mediata dall’amicizia con G.P. Lucini e dalla collaborazione alla rivista «Poesia», si formò nell’ambiente della «Voce» e della «Ronda». A contatto con queste poetiche precisò la sua fisionomia di prosatore d’arte, portando però nel «saggio» e nel «frammento» (Porto Venere, 1910; I doni della terra, 1915; Nuvole e paesi, 1919; Sulle orme di Renzo, 1919; Passeggiate lariane, 1939) un gusto tutto personale di «paesaggista lombardo», incline a un impressionismo arguto e terso. Si cimentò anche nel romanzo, con opere di debole struttura (Barbogeria, 1917; Due, 1928; Cantalupa, 1935). Intensa e coraggiosa (in anni di «autarchia» culturale) la sua attività di traduttore di Lawrence, Yeats, Synge, Joyce.