(Bologna 1898-1985) scrittore italiano. Figlio di un artigiano, e artigiano egli stesso e autodidatta, fu per qualche tempo segretario redazionale de «La Ronda», e del neoclassicismo rondesco (ma anche dell’amicizia con un pittore come G. Morandi) risentono le sue prime prose, oscillanti fra il saggio e l’operetta morale, il pretesto critico e l’esercitazione di stile: Stagioni, seguite da Orfeo all’inferno (1922). Notizia su Baudelaire (1924), Galileo, ovvero dell’aria (1926), fino a Giornale ossia taccuino 1925-1930 (1942) e ad Anni di Bologna (1946). Un tono diverso, più aperto e cordiale sotto la patina saggistica, ha l’autobiografico Giuseppe in Italia (1949), dove l’evocazione lirica della vicenda personale viene a combinarsi felicemente con gli eventi pubblici di trent’anni di storia italiana. Tale equilibrio fra purezza formale e vivace movenza narrativa è rafforzato in romanzi e racconti successivi: Notizie dall’Emilia (1954), Mignon (1955), L’ingiustizia (1965), Le nevi dell’altro anno (1969), Ligabue come un cavallo (1971), La lanterna magica (1975), I tetti sulla città (1977). Altri volumi evocano invece esperienze di viaggio, amicizie con artisti e scrittori: Filippo De Pisis (1952), La valigia delle Indie (1955), I divertimenti letterari (1966), Anni con Giorgio Morandi (1970).