Jonathan Littell è uno scrittore statunitense naturalizzato francese.
Nato in una famiglia di origine ebraica, emigrata dalla Polonia negli Stati Uniti alla fine dell'Ottocento, è figlio dello scrittore Robert Littell e ha trascorso l'infanzia in Francia. Dopo tre anni all'università Yale, si reca nei Balcani in conflitto, dove si impegna nell'azione umanitaria per la quale lavorerà sette anni, soprattutto in Bosnia, ma anche in altri luoghi, quali la Cecenia, l'Afghanistan, il Congo.
Nel 2001 lascia l'azione umanitaria per dedicarsi alla scrittura del suo primo romanzo, Le Benevole, che affronta il tema della Seconda Guerra mondiale e del fronte orientale, attraverso le memorie immaginarie di un ufficiale SS a cui ha dato il nome di Maximilien Aue. L'opera ha ottenuto due importanti riconoscimenti letterari: il Grand Prix du Roman de l'Académie Française e il Prix Goncourt ed ha sollevato numerose polemiche.
Probabilmente la sua principale ispirazione è stato il film Shoah (1989) di Claude Lanzmann, un acclamato documentario sull'Olocausto. Littell ha iniziato a scriverlo nel 2002, e riferisce di aver realizzato la prima bozza del romanzo in soli 112 giorni.
Nel 2008 ha pubblicato un saggio (Le sec et l'humide) in cui analizza La campagne de Russie di Léon Degrelle alla luce delle tesi di Klaus Theweleit (in particolare quelle esposte in Fantasie virili, 1977).
Nel 2010 esce Cecenia, anno III, che inaugura il suo impegno in qualità di reporter dalle zone di guerra del mondo. Frutto della sua collaborazione con Le Monde è anche Taccuino siriano, che documenta le due settimane e mezzo passate dall'autore nella città di Homs durante la fase più pericolosa dell'insurrezione contro il regime di Assad.
Del 2023 L'aggressione russa (Einaudi) sulla guerra in Ucraina e nel 2024 Un luogo scomodo, il racconto per parole e immagini di un viaggio attraverso un’Ucraina piena di dolore, che aspira solo a una qualche forma di pace e normalità, scritto con Antoine d’Agata (Einaudi).