(Ginevra 1919 - Tours 1997) scrittore francese. Nella sua opera, vicina al «nouveau roman», l’immaginario e il quotidiano, la fantasia e la banalità si mescolano in un universo che esiste solo mediante le parole e dentro di esse; di fronte al nonsenso del mondo P. afferma che «al di fuori di ciò che è scritto, vi è la morte». È autore di commedie nel filone del teatro dell’assurdo (La manovella, La manivelle, 1960, nt; L’ipotesi, L’hypothèse, 1961) e di uno straordinario radiodramma, Inchiesta su Martin (Antour de Martin, 1971), che diventò una sorta di manifesto del «nouveau roman». I suoi romanzi interpretano con uno stile bizzarro e giocoso i riti insensati e la mancanza di libertà dell’uomo d’oggi: La volpe e la bussola (Le renard et la boussole, 1953, nt), Il figliolo (Le fiston, 1959, nt), Qualcuno (Quelqu’un, 1965), L’apocrifo (L’apocryphe, 1980, nt), la trilogia che ha per protagonista Monsieur Songe (1982, 1984, nt, 1985, nt), personaggio dibattuto tra le difficoltà dell’esistere e il tentativo di portare a termine un suo progetto di scrittura. Nel 1987 è uscito Il nemico (L’ennemi, nt); del 1997 è Macchie d’inchiostro (Tâches d’encre, nt).