Il libro raccoglie 5 saggi di Amartya Sen dedicati ad argomenti diversi: 1) l'importanza delle identità sociali (es. sesso, razza, nazionalità, far parte di un certo gruppo, avere certi interessi, ...) sulle attività umane. Anzitutto Sen argomenta contro uno dei pilastri del pensiero economico (nato da una incompleta/erronea conoscenza del pensiero di Adam Smith), quello secondo cui l'interesse individuale è sufficiente, adeguato di per se', a spiegare il comportamento umano in campo economico. Dopo aver evidenziato l'importanza del "ragionamento", più che della "scoperta", nella scelta delle identità sociali, Sen termina con l'apprezzamento dell'opera di J. Rawls. 2) i meriti e i limiti del mercato con riferimento alla libertà delle persone. Sen illustra degli importanti limiti del "libero mercato" e conclude con un chiaro invito all'intervento pubblico per correggerne/integrarne i meccanismi. 3) una valutazione etica della finanza. Dopo una interessante disamina storica, Sen argomenta riguardo agli obiettivi che l'impresa deve perseguire (criticando il ruolo esclusivo, o anche di sola preminenza, attribuito alla massimizzazione dei profitti), ai vincoli sui mezzi per raggiungere i fini (sostenendo che i fini non giustificano i mezzi) e ai vincoli che si devono porre ai comportamenti individuali volti al guadagno privato (es. numerose considerazioni per cui l'insider trading è da condannare). Il saggio risale al 1991: chissà cosa avrebbe scritto dopo la grande crisi innescata dalla finanza americana nel 2008! 4) all'importanza dei codici morali nel conseguire il successo economico. In contrapposizione con gli economisti che sostengono che i codici morali non hanno importanza, perché i comportamenti in campo economico sarebbero motivati solo dal perseguimento di interessi egoistici, Sen sostiene la tesi opposta, in maniera convincente e ... citando persino Adam Smith! 5) i valori in Europa e in Asia. Sen sostiene che i valori sono importanti (vedi anche saggio precedente) e che variano da zona a zona, ma invita ad evitare la superficialità (es. considerare l'Asia come un'unica omogenea area culturale) e a non fissarsi su una unica variabile (es. il cristianesimo, il confucianesimo, ...) se si vogliono elaborare delle teorie, e non solo degli slogan!, utili. Il libro, per quanto datato (i saggi sono del periodo 1991-1999), è stato per me di grande interesse. Mi ha sorpreso per la vastità degli argomenti (prima di leggerlo pensavo trattasse solo di economia) e mi è piaciuto molto sia per le numerose cose che ho imparato (non solo riguardo ad autori indiani, persino su Adam Smith!: bello scoprire che quello che è spesso proposto come "vangelo" da economisti e politici famoso è profondamente lontano dal vero!) nonostante la snellezza (un centinaio di pagine) del libro, sia per la profondità di pensiero di Sen, un formidabile stimolo alla riflessione. Per concludere, un piccolo consiglio: siccome non è sempre facile entrare velocemente nelle argomentazioni dei singoli saggi (che oltretutto sono indipendenti tra loro, non sviluppano un tema unitario), può essere comodo iniziare la lettura di ciascun saggio partendo dal suo capitolo finale, sempre presente e intitolato "Osservazioni conclusive", e solo poi iniziare la lettura del saggio dalle sue prime righe.
La ricchezza della ragione. Denaro, valori, identità
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L'economia di mercato fa appello alla libertà, ma quali sono le reali condizioni di una libertà sostanziale che consenta all'economia di non essere iniqua? Contesti storici diversi impongono una comprensione differente del successo economico e del senso di equità, ma anche le identità sociali, le affiliazioni, le nazionalità, le cittadinanze influiscono sul comportamento economico. È importante, dice Sen, non essere succubi dei propri valori e della propria storia, e interrogarsi sempre sulle conseguenze sociali del proprio agire. Esemplare il caso della finanza, dove la "responsabilità fiduciaria" verso gli azionisti coincide spesso con l'impegno per il massimo profitto, trascurando i danni che si arrecano alla collettività.
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Autore:
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Traduttore:
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Editore:
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Collana:
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Anno edizione:2011
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SERGIO MARTINEZ 29 novembre 2017
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SERGIO MARTINEZ 29 novembre 2017
Il libro raccoglie 5 saggi di Amartya Sen dedicati ad argomenti diversi: 1) l'importanza delle identità sociali (es. sesso, razza, nazionalità, far parte di un certo gruppo, avere certi interessi, ...) sulle attività umane. Anzitutto Sen argomenta contro uno dei pilastri del pensiero economico (nato da una incompleta/erronea conoscenza del pensiero di Adam Smith), quello secondo cui l'interesse individuale è sufficiente, adeguato di per se', a spiegare il comportamento umano in campo economico. Dopo aver evidenziato l'importanza del "ragionamento", più che della "scoperta", nella scelta delle identità sociali, Sen termina con l'apprezzamento dell'opera di J. Rawls. 2) i meriti e i limiti del mercato con riferimento alla libertà delle persone. Sen illustra degli importanti limiti del "libero mercato" e conclude con un chiaro invito all'intervento pubblico per correggerne/integrarne i meccanismi. 3) una valutazione etica della finanza. Dopo una interessante disamina storica, Sen argomenta riguardo agli obiettivi che l'impresa deve perseguire (criticando il ruolo esclusivo, o anche di sola preminenza, attribuito alla massimizzazione dei profitti), ai vincoli sui mezzi per raggiungere i fini (sostenendo che i fini non giustificano i mezzi) e ai vincoli che si devono porre ai comportamenti individuali volti al guadagno privato (es. numerose considerazioni per cui l'insider trading è da condannare). Il saggio risale al 1991: chissà cosa avrebbe scritto dopo la grande crisi innescata dalla finanza americana nel 2008! 4) all'importanza dei codici morali nel conseguire il successo economico. In contrapposizione con gli economisti che sostengono che i codici morali non hanno importanza, perché i comportamenti in campo economico sarebbero motivati solo dal perseguimento di interessi egoistici, Sen sostiene la tesi opposta, in maniera convincente e ... citando persino Adam Smith! 5) i valori in Europa e in Asia. Sen sostiene che i valori sono importanti (vedi anche saggio precedente) e che variano da zona a zona, ma invita ad evitare la superficialità (es. considerare l'Asia come un'unica omogenea area culturale) e a non fissarsi su una unica variabile (es. il cristianesimo, il confucianesimo, ...) se si vogliono elaborare delle teorie, e non solo degli slogan!, utili. Il libro, per quanto datato (i saggi sono del periodo 1991-1999), è stato per me di grande interesse. Mi ha sorpreso per la vastità degli argomenti (prima di leggerlo pensavo trattasse solo di economia) e mi è piaciuto molto sia per le numerose cose che ho imparato (non solo riguardo ad autori indiani, persino su Adam Smith!: bello scoprire che quello che è spesso proposto come "vangelo" da economisti e politici famoso è profondamente lontano dal vero!) nonostante la snellezza (un centinaio di pagine) del libro, sia per la profondità di pensiero di Sen, un formidabile stimolo alla riflessione. Per concludere, un piccolo consiglio: siccome non è sempre facile entrare velocemente nelle argomentazioni dei singoli saggi (che oltretutto sono indipendenti tra loro, non sviluppano un tema unitario), può essere comodo iniziare la lettura di ciascun saggio partendo dal suo capitolo finale, sempre presente e intitolato "Osservazioni conclusive", e solo poi iniziare la lettura del saggio dalle sue prime righe.
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