Mi spiace dover dare solo 3 stelle a questo autore che tanto mi aveva invece entusiasmato in "Tre amici", ma ho trovato la lettura davvero pesante e spesso ho percepito come una precisa intenzione ad aggiungere pagine (inutili e ripetitive) per allungare il romanzo. Come in "Tre amici", viene descritto il microcosmo del kibbutz: una società quasi perfetta, autonoma, autosufficiente, autogestita, laddove tutto è di tutti, tutti sono uguali con gli stessi diritti e gli stessi doveri, e devono contribuire in ugual misura alla vita quotidiana della società. Salvo poi emergere però la classica particolarità umana: in realtà non siamo tutti uguali, ognuno ha il suo carattere con relativi pregi e difetti, che comprende il Bene e il Male in una perenne lotta. Quindi non può esistere una società perfetta, nella misura in cui non esistono persone perfette. Questo in sostanza è il teorema di Amos Oz, che avevo tanto apprezzato in "Tre amici", in quanto aveva saputo dipingere un quadro chiarissimo con poche e sapienti pennellate. Mentre qui si dilunga inutilmente, talvolta con situazioni e dialoghi assurdi. Ho fatto molta fatica a finirlo e...no, non lo consiglio.
Altrove, forse
A Mezudat Ram, un kibbutz isolato nel Nord del paese, circondato da nemici e sormontato dall'ombra di cupe montagne, si svolge la vita di una comunità di coloni, dediti all'agricoltura e all'allevamento, allo sport, alla musica, al dibattito, ma soprattutto alla purificazione. A trent'anni dalla fondazione del kibbutz, infatti, sono essenzialmente gli ideali di miglioramento personale e collettivo che sostengono i kibbutzim e il miglioramento si attua anche grazie al pettegolezzo. Questo spiega la voce narrante di un colono che guida il lettore - non senza malizia e ironia - alla scoperta degli abitanti del kibbutz, concentrandosi soprattutto sulla famiglia di Ruben Harish. Questi è tra i più convinti sostenitori di una vita pacifica e collettiva, l'instancabile cantore delle virtù di un'esistenza semplice e illuminata, il poeta del kibbutz. La moglie Eva lo ha abbandonato per fuggire con un cugino in visita a Mezudat Ram come turista. Si è sposata, vive in Germania e aiuta il nuovo marito a gestire un night-club. Ruben lo ha accettato senza lamentarsi, sprofondando in una tristezza nobilitata dai doveri di maestro, guida turistica e poeta. È rimasto solo col figlio Gai e la figlia Noga e, per consolarsi, ha iniziato una blanda relazione con un'amica, Bronka, un'insegnante sposata, madre di due figli. Ma Noga, che ha sedici anni, sembra aver ereditato la grazia e l'irrequietezza della madre; Ezra, il marito di Bronka, un camionista appassionato di Bibbia che cita frasi sagge, diversamente da Ruben sa vivere le proprie emozioni. E quando dalla Germania arriva Zachariah, il fratello di Ezra, un personaggio misterioso e conturbante, le cui mire e comportamenti nessuno comprende, la comunità è gettata nello scompiglio.
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Autore:
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Anno edizione:2017
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Formato:Tascabile
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