(Arnay-le-Duc, Borgogna, 1510 ca - 1543 ca) scrittore e poeta francese. Fu alla corte di Margherita di Navarra e ne condivise gli orientamenti evangelici. Collaborò alla Bibbia di Olivetano, tradusse o parafrasò un dialogo di Platone, una satira di Orazio, testi di Ausonio e dello pseudo-Virgilio. Mise in versi anche il Magnificat e altri testi biblici. Morì, pare, suicida, dopo aver pubblicato nel 1538, anonimo, il Cymbalum mundi, insieme di quattro dialoghi lucianei (in francese) in cui si è visto a lungo, erroneamente, un messaggio anticristiano (l’opera fu condannata dalla Sorbona). Postumi uscirono sia i suoi versi (1544) sia, molto più tardi, e non senza l’intervento di altre mani, i racconti Nuove ricreazioni e giocondi ragionari (Nouvelles récréations et joyeux devis, 1558), una gustosa raccolta in cui temi popolari e folcloristici si mescolano, con effetti di vivace realismo, a riferimenti umanistici, sul modello della «facezia» di Poggio Bracciolini e di Bebel.