(Firenze 1878-1928) scrittore italiano. Iniziò la carriera artistica come pittore, vicino a Fattori e ai macchiaioli; poi collaborò alla rivista cattolica «La Torre» e scrisse cronache teatrali per «La Nazione». Esordì con il poemetto Venere agreste (1902), cui seguirono numerose opere di narrativa: romanzi (Storia di un orso e d’una gatta, 1921; La maschera celeste, 1922; Fuggiaschi, 1924; Amor senz’ali, 1927) e novelle (Novelle toscane, 1913; Novelle incredibili, 1919; Vita di tutti i giorni, 1920; Novelle selvagge, 1928). Per il teatro scrisse Chiù (1911), Gli antidiluviani (1912), La madonna di Giotto (1914), Cinque asini per un soldo (1922) e varie altre opere in lingua e in dialetto. P. fu un abile continuatore della maniera bozzettistica, tipicamente toscana, che aveva avuto il suo esponente più significativo in R. Fucini; suoi temi privilegiati, quasi unici, sono la caccia, la Maremma, le genti di Toscana.