(Torino 1719 - Londra 1789) letterato italiano. Dopo giovanili soggiorni a Parma e a Milano, nel 1751 si trasferì a Londra e divenne amico del maggiore esponente della cultura inglese, il critico Samuel Johnson. Nel 1760, dopo un lungo viaggio in Portogallo, Spagna e Francia, rientrò in Italia, fermandosi prima a Milano, poi a Venezia (1763-65). Nel 1766, in seguito alle polemiche suscitate dai suoi scritti nell’ambiente veneziano, ripartì definitivamente per l’Inghilterra.B. esordì come traduttore di Corneille e come autore di 47 componimenti burleschi (Le piacevoli poesie, 1750). A Londra compilò un dizionario inglese-italiano e scrisse saggi in inglese, tra cui una difesa della letteratura italiana contro gli attacchi di Voltaire. Ma il suo nome resta legato soprattutto alla «Frusta letteraria», un periodico quindicinale che uscì a Venezia dal 1º ottobre 1763 al 15 gennaio 1765: gli ultimi otto numeri (19 aprile - 15 luglio 1765), tutti occupati dalla polemica col padre Appiano Buonafede (autore di un libello antibarettiano, Il bue pedagogo), furono stampati ad Ancona, perché il governo veneziano ne aveva vietato la pubblicazione. La «Frusta» fu scritta quasi interamente da B.: egli si finge un vecchio soldato a riposo, Aristarco Scannabue, che, ritiratosi in una località campestre, passa il tempo a recensire, e più spesso a stroncare, i libri che via via si stampano e gli vengono dati in prestito dal curato del luogo, don Pietro Zamberlucco. Altre opere importanti di B. sono le Lettere familiari a’ suoi tre fratelli (1762), descrizione dei viaggi compiuti in Spagna e in Portogallo, con colorite pagine sulle feste popolari e sulle corride; e il Discorso su Shakespeare e Voltaire (Discours sur Shakespeare et monsieur de Voltaire, 1777), capolavoro di B. critico che, prendendo le difese del teatro shakespeariano contro le censure di Voltaire, precisa alcune tesi fondamentali dell’estetica illuministica e, attraverso l’esaltazione della passionalità e «irregolarità» del genio poetico, anticipa atteggiamenti preromantici. Si ricorda anche la Scelta di lettere familiari (1779), in cui, col pretesto di fornire agli inglesi uno strumento per imparare l’italiano, B. riprende alcuni dei temi a lui più cari.B. fu un vivace, spesso rabbioso polemista, che al gusto della bizzarria e dello scandalo sacrificò talvolta la coerenza e la riflessione. Nella «Frusta» esaltò la Vita di Cellini come documento di un carattere naturale rivelato in tutti i suoi vizi e le sue virtù, e additò all’ammirazione la chiarezza e la semplicità di Metastasio, ma derise il petrarchismo di Bembo e condannò come plebee le commedie di Goldoni. Diede comunque, con la sua prosa giornalistica agile e robusta, un rilievo eccezionale alle idee dell’illuminismo, battendosi contro l’Arcadia per una letteratura fatta di «cose» e non di parole, e governata dal buon senso.