(Buenos Aires 1900-70) poeta e narratore argentino. Dapprima vicino alle posizioni dell’avanguardia, collaboratore della rivista di Borges «Proa» (1924-25) e membro del gruppo di letterati raccolti intorno alla rivista ultraista «Martín Fierro», rivelò una crescente inclinazione per la forma classica e la tematica mistica della poesia spagnola del «Siglo de oro»: Giorni come frecce (Días como flechas, 1926, nt); Sonetti a Sofie e altre poesie (Sonetos a Sophie y otros poemas, 1935, nt), Labirinto d’amore (Laberinto de amor, 1936, nt), Il poema del robot (El poema del robot, 1966, nt). Nel romanzo Adamo Buenosayres (Adán Buenosayres, 1948, nt) espresse, con toni ora di vivida descrizione ora di intenso lirismo e con ampio ricorso al monologo interiore, le aspirazioni, i pensieri - fino alla più profonda sostanza psichica - degli intellettuali della sua generazione in rapporto con la vita multiforme della capitale.