Propr. Mary L. B., attrice statunitense. Anticonformista, con un passato da ballerina, debutta nel '25 in alcuni film di scarso rilievo finché Capitan Barbablù (1928) di H. Hawks non lancia il suo personaggio di femme fatale dal riconoscibile caschetto nero. G.W. Pabst la preferisce a M. Dietrich per Lulù - Il vaso di Pandora (1929) tratto da due noti testi teatrali di F. Wedekind. La sua carica di erotismo e perversione si accentua ancora di più ne Il diario di una donna perduta (1929) di Pabst, torbido melodramma che critica duramente l'ipocrisia dei valori borghesi. Mal vista a Hollywood e scalzata dal ruolo di sex-symbol da altre attrici (Dietrich, Garbo, Harlow), negli anni '30 deve accontentarsi di film minori e in seguito di qualche soap opera radiofonica.