(Costantinopoli 1018-78) erudito e filosofo bizantino. Professore di filosofia nello Studio di Bisanzio, poi alto dignitario e primo ministro alla corte bizantina, fu tra le figure più influenti dell’impero per oltre un trentennio, finché, caduto in disgrazia, fu allontanato da tutti gli incarichi. Sotto il suo nome ci sono pervenuti trattati scientifici e filosofici, medici e giuridici (famose l’opera miscellanea Varia dottrina e quella Sull’attività dei dèmoni); la Cronografia, vivace storia delle vicende dal 976 al 1077; opere grammaticali e retoriche, lettere, orazioni funebri, panegirici, versi occasionali, epigrammi. Uomo di interessi enciclopedici e di notevoli doti letterarie, P. ebbe un grande amore per la letteratura classica e patristica, per Platone e per il neoplatonismo, che cercò di conciliare con il cristianesimo. Alla sua attività filosofica e letteraria risale, in buona parte, il rinascimento culturale bizantino del secolo dodicesimo.