(747/762-813/815) poeta arabo. Nato in territorio iranico da madre persiana e padre arabo, fu condotto fanciullo a Basra (Bassora) e ivi crebbe e formò la propria educazione poetica. Dopo un soggiorno a Kufa, si stabilì a Baghdad, dove visse - eccettuata una breve parentesi in Egitto - per tutto il resto della sua vita di libertino raffinato. L’opera di A.N. («quello dal ciuffo», soprannome scelto dallo stesso poeta, che in realtà si chiamava al-Hasan ibn Hani’) si colloca nel quadro del vasto movimento di rinnovamento della poesia araba iniziato già in età omayyade, ma giunto a maturazione sotto i primi califfi abbasidi. Di tale rinnovamento - che concepiva la poesia come libera, immediata espressione e non più come ripetizione di schemi e moduli linguistici della classica poesia del deserto - A.N. fu il maggiore artefice. I temi principali della sua vasta opera, raccolta in un canzoniere (diwan) di cui manca ancora un’edizione critica completa, sono quelli erotici e bacchici, trattati ora con delicata e persino malinconica sensibilità, ora con spregiudicato realismo, ora con tagliente ironia; ma non mancano qaside alla vecchia maniera araba, satire, panegirici e addirittura, alla fine della raccolta, poesie ascetiche. Grandissima fu la fama di A.N. nel mondo arabo, come testimonia la sua stessa presenza, accanto al califfo Harun ar-Rashid, nelle Mille e una notte, e altrettanto grande la sua influenza sulla posteriore poesia araba, di cui costituì uno dei modelli più imitati.