(Firenze 1564-1621) poeta italiano. Frequentatore della Camerata fiorentina, con i libretti della Dafne (musica di I. Peri e I. Caccini, 1594) e dell’Euridice (musica di I. Peri, 1600) fornì i primi modelli del melodramma; diede così un fondamentale contributo all’attuazione dei programmi della Camerata stessa, puntando sull’espressione vocale degli affetti e offrendo testi interamente «intonati», cioè non più basati (come nelle esperienze teatrali precedenti) sull’alternanza di musica e parlato: soluzione che realizzava la teoria melodrammatica del «recitar cantando». Il suo testo di maggiore autenticità poetica è l’Arianna (1607), musicata dal C. Monteverdi come il successivo Ballo delle ingrate (1608). Venne pubblicata postuma, nel 1622, una sua raccolta di Poesie, fra cui particolarmente rilevanti le canzonette, segnata dall’influsso di P. de Ronsard e della Pléiade (dal 1600, per tre anni, R. soggiornò a Parigi).