Il napoletano Simone Porzio (1497-1554) è stato uno dei maggiori aristotelici del ‘500. Non fu però un semplice – per quanto pagatissimo – magister, e alle sue audaci, innovative e coerenti esegesi del testo di Aristotele, legate in modo critico all’alessandrismo, accompagnò una produzione etico-teologica dai sottili risvolti eterodossi, un’attività scientifica anche sensibile alle avanguardie del suo tempo, un’abile frequentazione delle corti (quella del viceré Pietro di Toledo a Napoli, ma soprattutto quella medicea di Cosimo I) che lo portò ad essere medico di sovrani e membro attivo di accademie letterarie. La presente monografia, frutto di scavi in archivi e biblioteche, si propone pertanto di rendere conto dell’affascinante complessità di questo grande pensatore, troppo spesso frainteso e appiattito o semplicemente accantonato come epigono di Pomponazzi. La vasta appendice presenta inoltre una considerevole mole di opere del filosofo finora inedite, se non addirittura sconosciute.Recensioni: Nuncius 29 (2014), recensione di Maurizio Cambi