"Propr. Giovanni T. B. (Milano 1933) regista italiano. Si segnala nel 1963 con Chi lavora è perduto, provocatorio film su un giovane anarchico che gli crea problemi di censura, che si accentuano con il successivo L’urlo, altra decisa provocazione antiborghese, realizzato nel 1968 ma dissequestrato solo nel 1974. Seguono Dropout (1970) e La vacanza (1971), in cui dirige la coppia F. Nero e V. Redgrave, in due vitali e ispirate storie di antieroi matti ed emarginati. Cineasta fino a quel momento atipico e «impegnato», dalla metà degli anni ’70 si lascia gradualmente trasportare dal suo gusto per la dissacrazione e lo sconvolgimento delle regole precostituite verso il filone erotico. All’inizio, con Salon Kitty (1975) e con il rinnegato Io, Caligola (1979), in forme non sguaiate e «tutelato» da prese di posizione antimoralistiche; poi in modi sempre più espliciti, a partire da La chiave (1983) tratto molto liberamente dal romanzo di J. Tanizaki, in cui recupera una semi-dimenticata S. Sandrelli mostrandola carnale e disinibita. L’imprevisto grande successo di pubblico libera senza più alibi la sua fantasia erotica che (secondo gli estimatori) coniuga in forme sempre nuove e diverse in una decina di film (da Miranda, 1985, a Tra(sgre)dire, 2000), in cui «scopre» nuove avvenenti attrici, alcune delle quali (S. Grandi, C. Koll) riescono in seguito a costruirsi una discreta carriera. Nel 2002, per Senso ’45 (remake più o meno libero di Senso, 1954, di L. Visconti) ricorre invece al talento (e alle grazie) di una consumata e affermata attrice come A. Galiena. I due film successivi, Fallo! (2003) e Monamour (2005), non aggiungono grandi novità al corso preso dalla sua filmografia."