(Brindisi 1945) slavista italiana. Docente, consulente editoriale, collaboratrice del «Domenicale» del «Sole 24 Ore», è affermata studiosa soprattutto di letteratura russa. Autrice di numerosi saggi, ha tradotto i grandi poeti russi, curandone importanti edizioni (Brodskij, Cvetaeva, Esenin, Mandel’štam, Nabokov, Puškin), e Kundera. Del 1979 sono il libro-intervista Testimone di un’epoca: conversazioni con V. Šklovskij, e L’avanguardia russa. Si è imposta al grande pubblico con Il bottone di Puškin (1995, premio Viareggio), erudita e documentata ricerca storico-biografica, «montata» come un giallo psicologico, sui giorni che precedettero il duello nel quale Puškin morì. Sempre nel segno di una felice scrittura coniugata alla rigorosa indagine filologica sono La casa di ghiaccio. Venti piccole storie russe (2000), che porta in primo piano personaggi marginali nella cui biografia si manifesta il tragico dell’«anima russa»; L’imbroglio del turbante (2006) che, una tessera dopo l’altra, tenta di dare un volto al leggendario Mansur, il capo della rivolta cecena che alla fine Settecento tenne in scacco l’impero di Caterina II; Il defunto odiava i pettegolezzi (2015), appassionata ricostruzione del misterioso suicidio di Majakovskij.