Benjamin Lee Whorf (1897-1941), ingegnere chimico di professione, divenne linguista e antropologo autodidatta per passione. In materia fu uno dei maggiori esperti delle lingue dei nativi americani (Hopi e Inuit) e di quelle degli antichi popoli mesoamericani (Maya, Aztechi e Toltechi). L’incontro con Edward Sapir, eminente linguista della Yale University, fu decisivo per dare forma compiuta alla teoria di Whorf (ipotesi di Sapir-Whorf), che mostra come la struttura grammaticale di una lignua influenzi profondamente la visione del mondo di chi la parla. Tale teoria è divenuta una delle grandi ipotesi della linguistica contemporanea. Linguaggio, pensiero e realtà (utima edizone Bollati Boringhieri 2018), uscito postumo, raccoglie i suoi scritti principali, risalenti in gran parte agli anni trenta del Novecento.