La storia dell'autore bambino, delle vicende di famiglia, il padre costretto per lavoro a emigrare dalla Calabria in Germania, gli amici, le partite a pallone, le promesse mantenute a metà dai politici. La morte di un vecchio a cui Carminù si era affezionato, lo sradicamento di un albero di fichi che faceva ombra agli abitanti del quartiere nei giorni di calura per far posto a una nuova strada. Il protagonista che diventa adulto, costretto anche lui come il padre a emigrare in Germania, si ritrova al paese con i propri figli: molto è cambiato, la società è cambiata. Ciò che resta a scaldargli il cuore sono i fichi piantati dal padre in un terreno di famiglia dalle radici del vecchi fico del quartiere. Il romanzo può sembrare melanconico ma è un bel libro. Una partenza lenta, con la lotta con le "grisce" per mangiare qualche fiorone, ma poi ci sono i temi umani forti come l'attaccamento alle proprie radici e lo sradicamento forzato per la mancanza di lavoro, lo sfruttamento dell'onestà delle persone, il desiderio del ritorno. Lettura scorrevole, mi è piaciuto.
L' albero della fortuna
«Un potente racconto. Un affresco della natura nel suo essere e nel suo divenire: maturare, sfiorire, poi di nuovo nascere e di nuovo sfiorire.» – La Lettura
«Un romanzo che ha il fascino seppiato delle fotografie d'epoca» – Il Venerdì
Succede ogni estate, a fine giugno. Inizia il tempo dei bottafichi – i fioroni. Il momento piu? bello dell'anno: un'esplosione di sapori, profumi, calore. I bottafichi sono una passione quasi ossessiva per Carminú, che tutte le mattine, finita la scuola, lotta contro quelle strunze delle grisce – le ghiandaie – per aggiudicarsi i frutti migliori. Insieme a lui Mario e Vittorio, i suoi inseparabili amici d'infanzia. Li unisce un legame purissimo, fatto di corse in giro per la campagna a rubare frutta e uova, di partite a calcio, di segreti condivisi. Sono compari, si sono cioè scambiati a vicenda un garofano rosso in segno di eterna amicizia. Un'estate felice e spensierata sembra attendere Carminú, le cui notti sono, però, tormentate da un incubo. Un incubo che ha vissuto realmente anni prima, quando suo padre era partito per la Germania, e che ora non vuole rivivere più. In quei giorni, Carminù comincia a frequentare il novantenne nuni Argentì, ritornato a Spillace dopo una vita da emigrato. Quest'uomo solitario, intriso di malinconia e sapienza, darà a Carminù le chiavi per decifrare un mondo che, a quell'età, si va facendo sempre più ingarbugliato e gli racconterà perché il tanto amato fico è considerato l'albero della fortuna. In una Calabria dal sapore antico, tra la pasta al forno e le polpette dell'adorata mamma, i capelli biondi di Rosalba, l'ammirazione sconfinata per un padre con cui condivide gli stessi occhi, «cosi? profondi che si mangiano il mondo», Carminù si prepara ad affrontare le grandi prove che lo porteranno verso l'età adulta...-
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Anno edizione:2019
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Antonio 19 aprile 2023
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