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Anno edizione: 2020
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«Abbiamo una poesia che sente, una poesia di sensi oltre che di pensiero. Infatti il libro si apre su una sezione tutta dedicata al corpo. Ma avanzando nel volume si capisce che c'è un disegno più complesso. La poesia si propone di penetrare la compattezza della materia, che le si oppone» - Daniele Piccini, la Lettura
Dove ti sei perduta / da quale dove non torni, / assediata / bruci senza origine. / Questo / fuoco / deve trovare le sue parole / pronunciare condizioni / di smarrimento dire: /«Sei l'unica me che ho / torna a casa».
«Qualcuno è bravo con i nomi | sa un nome per tutte le cose». Chandra Livia Candiani invece i nomi li confonde, li centrifuga, li riassegna dandogli piú forza. Essere in una stessa poesia cammello, seme di una mela, cane, fiamma e altre cose è rinominare il mondo con un'altra logica. La forte metaforicità di questa poetessa è tutt'uno con la ricerca di fermare in linguaggio il flusso incessante di sensazioni contrastanti ed entità che la attraversano, che ci attraversano. Se nell'atto del camminare dice di essere per metà uccello e per metà albero, non è solo un'analisi precisa della natura umana che tende contemporaneamente a staccarsi da terra e ad ancorarsi ad essa. Non è una semplice iperbole. È la condivisione della natura di uccello e di albero, che stanno dentro quella umana, perché tutte stanno insieme in un'«orchestra del mondo», fatta «di gridi e canti bisbigli e strepiti». Non sempre in perfetta armonia. I versi di Chandra, le sue parole, le sue metafore, vengono da quella partitura.L'articolo è stato aggiunto al carrello
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