Il dovere di uccidere. Le radici storiche del terrorismo - Vittorio Strada - copertina
Il dovere di uccidere. Le radici storiche del terrorismo - Vittorio Strada - copertina
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Letteratura: Italia
Il dovere di uccidere. Le radici storiche del terrorismo
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Descrizione


Perché, negato il comandamento «Non uccidere», per il terrorista vale l’imperativo «Devi uccidere»?

«Coloro che si votarono alla morte gettando bombe rudimentali contro lo zar e i suoi ministri hanno anticipato i terroristi suicidi che usano ordigni ben più sofisticati contro le folle occidentali in un conflitto che è ancora più vasto di quello che dilaniò la Russia e si accompagna a un incessante movimento migratorio destinato a mutare la natura della civiltà europea»

Chi è il terrorista? Qual è il suo mondo interiore? Cos’ha di diverso dal soldato e dal criminale? Per Vittorio Strada è nella Russia della seconda metà del xix e dell’inizio del xx secolo che ha avuto la sua più grande affermazione il terrorismo, prototipo delle ondate successive che avrebbero suscitato in intellettuali come Dostoevskij, Nietzsche, Mann e Camus riflessioni morali, religiose e politiche ancora di grande attualità. Dalle prime avvisaglie fino alla svolta storica dell’ottobre 1917, il libro ripercorre episodi cruciali e figure significative, analisi problematiche e illuminanti, a cui si affiancano nuove interpretazioni di opere letterarie considerate non come materiali illustrativi, ma espressioni vive di una drammatica pagina della storia russa ed europea che aiuta a capire non soltanto un recente passato ma anche il presente. Oggi che il terrorismo riappare, sia pure in tutt’altre vesti, come manifestazione aggressiva di una civiltà diversa, intrecciata a quella occidentale a cui si oppone, conoscere la vicenda russa può far emergere la segreta affinità tra nuovo e vecchio terrorismo, per provare a immaginare delle soluzioni.

Dettagli

18 gennaio 2018
232 p., Brossura
9788831728607

Conosci l'autore

Foto di Vittorio Strada

Vittorio Strada

(Milano 1929) slavista italiano. Allievo di A. Banfi, ha perfezionato i suoi studi a Mosca (Letteratura sovietica 1953-1963, 1964). È stato curatore della rivista «Russia» e collaboratore del «Corriere della Sera». L’interesse per la letteratura russa, e in particolare sovietica, si è progressivamente esteso anche ai temi dell’attualità politica e sociale di quel paese. Tra i suoi scritti: Tradizione e rivoluzione nella letteratura russa (1969 e 1980), Letteratura e rivoluzione (1973), Le veglie della ragione. Miti e figure della letteratura russa da Dostoevskij a Pasternak (1986), Simbolo e storia. Aspetti e problemi del Novecento russo (1988), La questione russa. Identità e destino (1991), Il fascismo russo (1998), Autoritratto...

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