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Anno edizione: 2017
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Come la funzione dell’ago magnetico di una bussola non può essere scissa da quella del timone di una nave, quest’opera vuole ri-orientare e ri-coordinare la funzione dell’insegnamento e della formazione con quella esperienziale. Indica l’obiettivo necessario e urgente dell’interazione tra il concetto più consolidato di “imparare per tutta la vita” e quello di “imparare in senso largo”. Affiancare la pratica e il contatto sul campo in ambiti e luoghi molto diversi da quello in cui giornalmente si ha a che fare nella vita lavorativa o tra le mura di un’aula universitaria deve essere per il giovane contemporaneo un’attività improrogabile per una piena crescita e realizzazione personale e professionale. Questo libro, nella sua prima parte, fornisce una disamina sintetica ma definita delle innovazioni tecnologiche in atto e dei cambiamenti epocali della nostra società, proponendo quella che è, senza alcun dubbio, la soluzione per un efficace adattamento a tali mutamenti. Formarsi non solo in modo approfondito e settoriale ma anche in modo ampio ed eterogeneo consentirà di interpretare e interfacciarsi correttamente con le complesse dinamiche del mondo moderno. Nella seconda parte, si susseguono i racconti emozionanti e dirompenti di alcuni studenti universitari che hanno sperimentato direttamente questa riscoperta modalità pedagogica. Tutti sono tornati alla propria vita con occhi nuovi e con un pensiero più esteso, più completo, più adattabile, più umano.
Che al giorno d'oggi la formazione culturale sia radicalmente cambiata rispetto anche solo a venti anni fa è abbastanza evidente a tutti, anche a chi non vive o lavora direttamente nel contesto scolastico o universitario italiano, ma che gli studenti un tempo effettuassero le proprie ricerche in biblioteca o, per i più fortunati, sulla propria enciclopedia universale, mentre oggi navigano su internet con i più diversi strumenti di informazione esistenti, è un'osservazione scontata e banale che non mi sarei aspettato da un direttore della rinomata scuola di formazione universitaria di Confindustria, autore del libro. Inoltre, la considerazione che oggi esistano le più disparate forme di occupazione giovanile rispetto al passato grazie soprattutto ai potenti mezzi tecnologici odierni, si infrange fragorosamente contro il muro della realtà economica, politica e sociale di questo paese, che con l'alternanza al governo tanto del centrodestra quanto del centrosinistra negli ultimi 10 anni, ha raggiunto il disastroso traguardo di circa il 40% di disoccupazione giovanile, con una percentuale sempre crescente di studenti che fuggono all'estero non per ampliare la propria sete di conoscenza e competenza, ma per trovare una stabilità e una gratificazione economica e professionale che, numeri alla mano, l'Italia oggi non offre rispetto agli altri paesi europei.
Ispirazione, passione e pragmatismo. Questa è la sintesi di questo ottimo libro, consigliatissimo. Gli argomenti toccati sono tanti e tutti interessanti. Il fulcro è l'apprendimento durante la nostra vita: apprendiamo per vivere ma anche viviamo per apprendere; l'importante è imparare continuamente in empatia con tutti gli esseri umani che arricchiscono la nostra vita. Cito solo una delle tante frasi illuminanti; il tema è l'abbandono scolastico: "Perché circa un quarto degli studenti abbandona la scuola e si dedica ad altro? A chi appartiene il fallimento? Sir Ken Robinson, famoso educatore e speaker, non ama la definizione di “abbandono scolastico”. Non sono gli studenti ad abbandonare la scuola, bensì è la scuola a non essere in grado di trattenerli, coltivando in modo adeguato le loro passioni. Di conseguenza, se una alta percentuale di ragazzi abbandona gli studi, il fallimento non è degli studenti che lasciano la scuola, ma della scuola stessa che non è stata capace di valorizzare i loro talenti."
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