“La mite” di Dostoevskij è un racconto breve ma lacerante, un monologo che scava nell’animo umano fino a farne emergere la colpa più nascosta: quella di non saper amare. È una delle rappresentazioni più autentiche della colpa e del rimorso umano e mostra come l’amore possa diventare possessione e dominio. Dostoevskij costruisce una confessione febbrile, fatta di orgoglio, silenzi e rimpianti. In poche pagine, riesce a trasformare una tragedia domestica in una riflessione universale sulla solitudine e sull’incapacità di comprendersi davvero.
La mite
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"Immaginate un uomo, accanto al quale sta stesa su un tavolo, la moglie suicida che qualche ora prima si è gettata dalla finestra. L'uomo è sgomento e ancora non gli è riuscito di raccogliere i propri pensieri... Ecco, parla da solo, si racconta la vicenda, la chiarisce da se stesso". Così Dostoevskij presenta al lettore il proprio racconto: 'fantastico' perché registra come sotto dettatura i pensieri che si svolgono nell'interiorità dell'uomo, ma anche estremamente 'reale' nella sua verità psicologica. Passando attraverso vari sentimenti spesso contraddittori, prima discolpandosi, quindi accusando, dandosi spiegazioni che si riveleranno fasulle, il protagonista giunge a poco a poco alla verità. Introduzione di Paolo Di Stefano.
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Autore:
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Edizione:4
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Anno edizione:2013
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Adi 08 novembre 2025Il silenzio che uccide
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c 01 settembre 2025Ti fa amare Dostoevskij
Niente male, come sempre Dostoevskij non delude mai. Da sottolineare come il racconto sia un ritratto di lui più che la ragazza, è un ritratto della sua mente e di se stesso.. vediamo il mondo come siamo fatti noi. Mi aspettavo qualcosa incentrato di più sulla ragazza eppure ruotava tutto attorno al marito. Forse è senso di colpa, forse è il tentativo disperato di trovare un motivo per accettare la sua morte. Definisce il suo suicidio come un atto improvviso..”le venne in mente in quell’istante, pensando alla finestra, in quei 5 minuti di ritardo potevo salvarla, potevo cambiare tutto”. Eppure credo che dal momento in cui lei accettò la proposta di matrimonio si era sancita la propria prigione, una prigione che si aspettava essere leggera visto la cortesia che aveva il signore. Ma no, era freddo silenzioso e non mostrava affetto, persino quando stette a letto malata per 6 settimane. L’amava? Si. Le mostrava affetto? Si. Ma l’ha sempre nascosto, non le ha mai apertamente offerto il suo cuore. E quando l’ha fatto l’ha semplicemente terrorizzata.
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V 27 agosto 2025Un capolavoro
Nulla da aggiungere a quello che viene trasmesso nel titolo della recensione
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