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Anno edizione: 2016
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Recensione al libro Dopo la pubblicazione sulla Biodiversità marina dell’Area dello Stretto (2011), per completare e magnificare l’Unicità naturalistica internazionale di quest’Area, l’autore dr. Angelo Vazzana, in continuità e per l’esperienza acquisita, ha voluto descrivere i peculiari e singolari fenomeni che si manifestano in questa regione al centro del Mediterraneo. Iniziando dall’idrodinamismo, “cuore pulsante” per la vitalità del Mare tra le Terre, descrive i meccanismi, le dinamiche, gli effetti fisici, climatici, paesaggistici, ecologici e della biodiversità ai diversi livelli. La temperatura delle acque marine determina la brezza costante che caratterizza il microclima per lo sviluppo ottimale dell’oro verde del bergamotto; il fenomeno della Fata Morgana; il paesaggio che si arricchisce di uno skyline con il profilo del vulcano attivo dell’ Etna e con le sue manifestazioni effusive ed eruttive come la pioggia nera o le nuvole dette della Contessa. Seguono i fenomeni naturali della Diversità Biologica marina: Lo spiaggiamento della fauna abissale dall’ Area marina dello Stretto sulla Spiaggia degli Abissi di Pezzo-Cannitello; l’evento annualmente onorato e celebrato dell’Abyss Day; la Spiaggia Blu per la presenza massiva della Velella v.(barchetta di san Pietro) e del mollusco natante Janthina p. e la loro interazione biologica. Dei peculiari fenomeni naturali, l’autore ha approfondito le proprie ricerche su questi argomenti per divulgare e storicizzare i vari eventi, giungendo alla fonte storica più classica e internazionale della loro descrizione nei versi dell’Odissea. Rivisitando quest’opera,ha individuato nel viaggio di Odisseo nel Mediterraneo attraversando l’Area dello Stretto, espressa nella forma retorica allegorica, una corrispondenza puntiforme dei luoghi dell’Area dello Stretto. Il mito di Skylla: dai tre file di denti ai tre monoliti sommersi oggi ricoperti da foreste di gorgonie-coralli colorati antistanti la Rupe (i Denti di Skylla). Nella descrizione allegorica, si raffigura una mostruosità marina stilizzata e simbolicamente tratta dal pesce abissale drago di mare (Chauliodus skyllae) serpentiforme e da file di denti affilati fuori dalle fauci. La rappresentazione di Skylla come drago marino si nota nei mosaici di Kaulon-Monasterace e nella ceramica artigianale locale calabrese c’è un soggetto-contenitore che richiama Skylla e Cariddi. La descrizione allegorica nell’opera dell’altra mostruosità-pericolo delle forti correnti alternate 4 volte giornalmente della Cariddi (tre volte vomita e risucchia. Oggi i vortici della Cariddi sono solo visibili sulla costa calabra a Punta Pezzo. Gli esempi o i confronti allegorici nell’ Odissea sono molteplici per citarne altri come la descrizione della fata morgana si ritrova nell’opera nella descrizione della reggia di Alcinoo. I resti degli organismi della spiaggia blu sono descritti in un verso del XII libro e nella Metamorfosi di Ovidio come i più noti miti già citati. I Ciclopi o giganti con un occhio solo sono da confrontare con i teschi fossili, ritrovati alle falde dell’ Etna di elefanti nani. Una rappresentazione così circostanziata e doviziosa anche se in forma retorica di luoghi, fenomeni ed eventi che riguardano il territorio dell’Area dello Stretto, in una opera classica che ha avuto la prima stesura nel VI sec. a.C., non poteva essere che opera di un autore colto, conoscitore di questi luoghi e vissuto le vicende storiche e politiche di quel tempo in questi territori. Di recente alcuni Critici e filologi hanno rivalutato il ruolo nella stesura in prosa delle più importanti opere classiche universali dell’Iliade e dell’Odissea da parte di Teagene di Reggio (VI sec. intorno al 529 a. C.) e nella sua opera di revisione e trasmissione delle stesse da parte di Lico e suo figlio adottivo Licofrone di Reghion (fine IV sec. a.C.). La conferma che Teagene è l’Autore della versione dei più noti poemi universali, è nella recentissima monografia edita nell’ aprile 2015 da parte della prof.ssa Francesca Biondi e dai suoi collaboratori del Dipartimento Studi Umanistici dell’Univ. della Calabria, dal titolo di ben 140 pg. Una minuziosa, completa analisi letteraria commentata delle poche Testimonianze (T1 – T5) che delineano l’attività e l’opera di Teagene di Reggio (in auge tra il 529 e il 522 a.C.) definisce il ruolo di Teagene non solo rapsodo ma soprattutto Interprete del "personaggio omero". Tutto ciò possa essere utile a valorizzare questi autori classici di Reggio Calabria e collocarli nella giusta dimensione storico-letteraria poichè ci hanno lasciato importanti opere sulle quali abbiamo studiato e contribuito alla formazione della nostra cultura e civiltà. Un ulteriore contributo può essere fornito a promuovere il percorso virtuoso a far riconoscere l’Area dello Stretto quale patrimonio universale UNESCO.
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