Introducendo il suo Breviario di Ecdotica (1986) Gianfranco Contini ricordava l'antica proposta prima di De Luca, poi di Mattioli, di riunire i suoi "scritti tecnici", e rivelava di avere fin dall'inizio deciso il titolo di quella ipotetica raccolta: Frammenti di filologia romanza. Affidata alle cure di Giancarlo Breschi e allestita dopo la scomparsa del maestro (1990), la raccolta ha tardato a uscire, per una serie di difficoltà editoriali di vario genere. Essa vede ora la luce sotto gli auspici della Fondazione Ezio Franceschini, che di Contini conserva la biblioteca e l'archivio, e si presenta come una summa dell'opera ecdotica e linguistica del grande filologo, coprendo i quasi sessant'anni della sua lunga attività scientifica, e tutti gli ambiti della sua operosità filologica. Una novantina di saggi, distribuiti in 7 sezioni (Ecdotica, Filologia mediolatina, Filologia italiana, Filologia occitanica, Filologia francese e franco-italiana, Linguistica, Schede lessicali): i fondamenti teorici del 'neolachmannismo', le applicazioni esemplari sul Saint Alexis, i supporti filologici ai Poeti del Duecento, gli interventi e le recensioni sui grandi autori del Medioevo italiano (Bonvesin, Guittone, Jacopone, Cecco, Petrarca, Bocaccio), le edizioni occitaniche di trovatori (Bertran Carbonel, Peire Cardenal) e di testi didascalici, le segnalazioni di manoscritti inediti, italiani e francesi, la discussione sul franco-italiano, e poi la dialettologia lombarda, le nuove etimologie, la linguistica strutturale applicata al toscano e al castigliano. Un insieme, impreziosito da alcuni inediti rinvenuti nell'archivio, che restituisce la misura dell'intervento decisivo di Contini nella filologia del Novecento.
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