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Anno edizione: 2015
Anno edizione: 2011
Anno edizione: 2023
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Con “La morte al cancello” siamo giunti al IV capitolo della serie che ha per protagonista il duo Petri-Miceli. In questo libro i protagonisti principali sono i personaggi dipinti direi magistralmente dalla penna di Simoni che si avvale anche del dialetto bresciano per quel che riguarda due personaggi. Molto bella è anche l’ambientazione del romanzo, l’atmosfera che aleggia tra le pagine diventando talora protagoniosta assoluta e talora a far da sfondo alle vicende narrate. Un giallo classico, senza attrezzature sofisticate, basato sull’analisi dei fatti, sulle interpretazioni da poarte degli inquirenti, sulle ricostruzioni, pedinamenti, cimici... Insomma, gli ingredienti ci sono tutti e sono dosati sapientemente. Il risultato è una lettura gradevole, mai banale, piacevole e direi d’obbligo per tutti coloro che sono incappati nei protagonisti della serie e, a malincuore ,arrivano a leggere i ringraziamenti di Simoni, sperando che quanto prima, Petri e Miceli siano nuovamente “on the road”. Uno accanto all’altro nella loro diversità, ciascuno con i suoi vizi e le sue intuizioni, ognuno con i propri sentimenti ma con uno scopo comune. Da lettore, non si possono non amare.
"La morte al cancello" fa parte della serie di gialli in cui Simoni dipinge come protagonisti l'inossidabile coppia di vecchi amici Petri e Miceli. Un doppio assassinio (a quanto ho potuto notare, caratteristica tipica della scrittura dell'autore), apparentemente senza collegamenti interni. Almeno questo è ciò che pensa la polizia, perché invece fin dall'inizio il lettore è al corrente del legame che intercorre tra i due crimini. Interessante senz'altro l'idea di far pronunciare ai due barboni uccisi a inizio libro il loro personale dialetto, quello bresciano: giustissimo spunto per far apprezzare parlate diverse dalle più gettonate. La suspense c'è tutta, e non si vede l'ora di capirci qualcosa: ma alla fin fine il romanzo risulta troppo dilungato, e non particolarmente avvincente. Molto meglio il precedente "Lo specchio del barbiere".
Sempre più bravo ed avvincente il nostro giudice-scrittore, migliora di romanzo in romanzo! Come racconta la sua Brescia, con quanta ironia e delicatezza descrive i suoi personaggi, e soprattutto come ordisce le sue trame...da questo "La morte al cancello" non ci si riesce a staccare, sino ad arrivare in fondo convinti di dover chiudere - con tanto dispiacere - il libro, per poi invece rimanere sbalorditi dall'inaspettato finale nelle ultime 3 o 4 pagine: assolutamente da leggere!
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