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Anno edizione: 2015
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La vita, i sentimenti, le passioni di una ragazza e poi donna tedesca durante e dopo il nazismo, ricostruiti tramite le testimonianze di tutte le persone con cui è entrata in contatto. Viene simulata una vera e propria indagine giornalistica nel quale ogni personaggio intervistato viene delineato fisicamente e psicologicamente. I punti di vista, inevitabilmente contrastanti e influenzati dalle diverse soggettività, fanno emergere un multiforme intrecciarsi di opinioni e visioni che permettono soltanto di intuire la realtà profonda della protagonista.
Romanzo complesso proprio per la sperimentazione che l'autore compie nel ricostruire la vita di Leni attraverso testimonianze e documenti, questo modo frammentato di raccontare una storia ti obbliga a ricostruirla dentro di te e non sempre questo riesce facile per cui certi passaggi restano un po' oscuri. Molto lento nella lettura proprio perché c'era sempre bisogno di riallacciare decine di fili e d personaggi per rendere il tutto lineare. Se Boll voleva comunicarci l'impossibilità di arrivare alla verità attraverso la soggettività c'è riuscito perfettamente, la verità non è che un frammento di realtà che si riflette in ognuno di noi e solo ricostruendo tutti i frammenti forse riusciamo a capirci qualcosa. Sembra molto il mito della caverna platoniano perché sparsi nel romanzo ci sono pulviscoli di comprensione quasi totale di quello che sta succedendo, ma restano sospesi come la polvere in un giorno accecante di sole.
L’autore (per tutto il libro indicato come A.) ricostruisce la vita di Lena attraverso i ricordi di chi l’ha conosciuta. Di Lena sappiamo tutto: caratteristiche fisiche, professioni, innamoramenti, matrimoni, vedovanza, maternità sino alla presente “miserabile condizione”. Lena, che non appare se non alla fine, è una figura molta particolare: nasce da una famiglia benestante che viene travolta da uno scandalo durante la seconda guerra mondiale, non riesce a vivere il suo amore per il primo innamorato (che morirà in guerra), si sposa non convinta per rimanere subito vedova (anche il marito muore in guerra) per poi infine incontrare il grande amore della sua vita da cui avrà un figlio. Il libro è bellissimo soprattutto per lo stile con cui è scritto: l’A. ricostruisce non solo la vita di Lena, ma di tutti i personaggi che le ruotano intorno con commenti (“si vede che ..”, oppure “è una testimonianza diretta” etc.) che sembrano una parodia delle biografie. Di tutti l’A. descrive il carattere, l’ambiente e la storia personale e sociale. Per tutto il libro ti chiedi il perché di questa ricerca così attenta e precisa della vita di una persona comune come tante altre e alla fine l’A. incontra Lena. Straordinari i personaggi che ruotano a Lena: su tutti la Suora Rahel, un personaggio enigmatico difficile da inquadrare (una ex ebrea convertita nascosta in un convento ma per proteggerla dal nazismo o perché la curia si vergogna o la teme? E’ una biologa, psicologa, filosofa, esperta di escrementi, che muore di fame nella cantina del convento rifiutando preti, sacramenti e crocifisso ma sulla cui tomba fioriscono le rose) e Pelzer (un avventuriero cinico o uno che si è adattato con realismo ai suoi tempi?). Come sfondo la seconda guerra mondiale e il dopoguerra in Germania. Mi ha molto colpito la descrizione della fine della guerra quando Boris, l’amante russo di Lena, non sa se per salvarsi la vita conviene spacciarsi per tedesco o per russo.
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