L'Accademia dei Vari (1747-1763). Un'associazione culturale di ampio respiro
Bologna, sede della più antica e prestigiosa università del mondo, generalmente definita la dotta “mater studiorum”, non poteva non disporre che di un numero molto elevato di accademie, documentate sin dai tempi di Cherubino Ghirardacci (1519-1598) nell’opera Della Historia di Bologna, dove si racconta dello “spirito accademico” operante “fin dal cominciamento del XIV secolo”. Se ne hanno notizie, parlando genericamente di “compagnie” intese come corporazioni di mestieri, partendo dalle antiche cronache bolognesi del Tre e del Quattrocento, dagli storici D’Antonio di Paolo Masini (1666, vol. I), da Pellegrino Antonio Orlandi e Francesco Saverio Quadrio, da Michele Medici, da Giovanni Fantuzzi che le riordinò, da Giuseppe Guidicini con molti errori, corretti poi da Luigi Breventani, per giungere alle più recenti bibliografie di Luigi Frati e Raimondo Ambrosini e a quella di Michele Maylender negli anni Trenta del Novecento. Di notevole interesse, nel tardo Settecento, è la testimonianza di Andrea Verardini Prendiparti (1716-1782), abate dal 1760 dopo la morte della moglie, pastore arcade ed accademico Inestricato che descrisse più di sessanta accademie bolognesi, corredate dalle relative insegne, compresa quella dei Vari. Pare comunque che in molti casi esse fossero le sedi in cui i docenti dello Studio bolognese recuperavano una loro perduta autonomia, esterna dunque ai condizionamenti culturali dell’istituzione universitaria. Difatti nei secoli XVI e XVII molte accademie nacquero proprio per iniziativa dei docenti, come Achille Bocchi, Melchiorre Zoppio, Celso Sozzini e, dal Seicento in poi, Andrea Torelli, Matteo Pellegrini, Ovidio Montalbani, Giovanni Battista Capponi, Bartolomeo Massari, Carlo Bentivoglio, Anton Felice Marsili, Geminiano Montanari, Ippolito Conventi, tanto per fare alcuni dei nomi più illustri. Nel XVII secolo fiorirono le accademie musicali, come la Filarmonica fondata dal conte Vincenzo Carrati nel 1675 e quella dei Filomusi creata nel 1622 per volontà del maestro di cappella in San Petronio il musicista D. Girolamo Giacobbi e quella dei Filaschisi nel 1633 dei maestri Francesco Bertacchi e Domenico Burnetti.
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Anno edizione:2015
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In commercio dal:16 marzo 2015
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