(Cirta, Numidia, 100 ca - 166 ca) retore e scrittore latino. Celebre oratore a Roma sotto l’imperatore Adriano, fu nominato console da Antonino Pio (143). Le opere che ci sono pervenute furono ritrovate nel 1815 dal cardinale Angelo Mai in un palinsesto del monastero di Bobbio. Comprendono un ricco Epistolario (a Marco Aurelio e ad altri personaggi), l’Arion (sulla favola di Arione e del delfino), gli scherzi sofistici Laus fumi et pulveris e Laus neglegentiae, i Principia historiae (nei quali F. espone le sue idee sulla storiografia) e un’opera sulla guerra partica di Lucio Vero. Con Apuleio e Aulo Gellio, F. è uno dei principali esponenti del gusto arcaizzante e antipuristico dell’età antonina. La sua opera fu studiata, e in parte tradotta, da G. Leopardi.