Questo libro analizza la storia dei partiti comunisti italiano e francese negli anni sessanta e settanta come caso specifico sia nel panorama del comunismo mondiale sia in quello della sinistra europea. Frutto del lavoro di uno studioso nato nel 1978, il volume parte dalla dimensione globale del fenomeno comunista, tiene conto dell’originalità del comunismo europeo-occidentale e cerca di ricostruire la storia dei due partiti a partire dalle relazioni, i reciproci condizionamenti, gli scambi, la circolazione di idee e di analisi, collocando tale ricostruzione all’interno dei rispettivi contesti nazionali. Quest’approccio croisé è reso possibile dalla disponibilità e dall’utilizzo delle fonti d’archivio, sia di quelle interne ai due partiti, che permettono di ricostruire il dibattito interno, sia di quelle dell’amministrazione e dei centri d’intelligence statunitensi, che invece consentono di inserire la vicenda del Pci e del Pcf all’interno dello scenario globale della distensione. L’autore analizza l’evoluzione delle strategie nazionali e internazionali e della cultura politica dei gruppi dirigenti del Pci e del Pcf nel periodo che va dal 1964, anno della scomparsa dei due segretari storici Palmiro Togliatti e Maurice Thorez, agli inizi degli anni ottanta, quando si consuma il fallimento della marcia di avvicinamento al governonazionale e del tentativo di affermare la diversità ed autonomia dal modello di socialismo sovietico. Gli anni sessanta e settanta sono stati spesso considerati come il momento di massima influenza dei partiti comunisti sulla cultura e sulla vita politica italiana e francese. Tuttavia, il dibattito interno restituisce un quadro più contraddittorio; l’analisi della proposta di governo, del rapporto con i mutamenti sociali e culturali e con le nuove forme del conflitto sociale, insieme con quella della politica estera, dove l’evoluzione del legame con l’Unione sovietica si intreccia con il ruolo che i due Pc tentano di svolgere nello scenario della distensione, mostra le difficoltà ad aggiornare la propria identità e cultura politica in uno scenario nazionale e internazionale in profondo mutamento. Con la crisi dell’egemonia sovietica sul movimento rivoluzionario mondiale cominciata nel 1956, la progressiva affermazione del primato delle libertà civili rispetto ai diritti sociali, la fine dell’Età dell’oro del capitalismo mondiale, sia il Pci che il Pcf incontrano sempre più difficoltà nel mettere a punto una proposta di trasformazione adatta alle società a capitalismo avanzato e a democrazia di massa.
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