L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Tutti i formati ed edizioni
Promo attive (0)
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Una lettura piacevole, un continuo flash-back di un aspirante suicida che rimugina la propria vita in un tardo medioevo. La storia è bella, si viene introdotti in uno scorcio di appennino modenese, in luoghi familiari all’autore capace di far uso del vernacolo in qualche battuta senza traduzione a margine. Per mio gusto avrei dato più continuità alla narrazione, la pecca che ho colto nella lettura faticando in qualche passaggio.
Con Il maestro dei santi pallidi Santagata confeziona un’opera che, pur interessante, è indubbiamente sotto tono. La vicenda di Gennaro, chiamato cinin, un bastardo che non ha mai conosciuto i genitori, guardiano di vacche e servo di un padrone violento e vendicativo, in una metà del quattrocento che si apre alle arti, rappresenta l’anelito di chi è stregato dalle stesse, nel caso specifico la pittura. Cinin, analfabeta, vedendo gli affreschi di un’umile chiesa, ne è rapito e desidera sopra ogni cosa diventare un pittore. Per gli strani giochi del destino, fra intrallazzi, congiure, madonne dipinte e madonne in carne d’ossa, ma queste ultime languide e perverse, riuscirà a realizzare il suo desiderio, non senza aver prima compiuto un apprendistato artistico e umano che lo porterà anche ad avere nel suo maestro un padre putativo. Ossessionato dalla prospettiva sarà solo dopo innumerevoli tentativi che arriverà a dipingere un’ultima cena non appiattita, un capolavoro per lui e per altri, ma non per il committente. E’ dal ramo dell’albero sopra cui ha legato la corda con cui desidera impiccarsi che cinin, ormai diventato il maestro dei santi pallidi, rievocherà la sua vita, riproverà le paure, le ansie, il tormento dell’amore, la gioia del successo, la delusione più cocente; non gli resta che chiudere la sua esistenza, ma...., e non vado oltre. Il libro si fa apprezzare per lo stile semplice, ma efficace, per le descrizioni riuscite, per le atmosfere riprodotte con perizia, lascia tuttavia a desiderare per un ritmo forse un po’ troppo blando e per una trama che non è gran cosa, e comunque inferiore alle aspettative indotte dalle prime pagine. Il maestro dei santi pallidi è comunque un romanzo di gradevole lettura.
Bel libro.Si svolge piano,senza avvenimenti eclatanti o colpi di scena,ma lo stesso ci prende e ci porta nella vita del protagonista e ci fa vedere con i suoi occhi ciò che ai nostri è ormai dato per scontato:la prospettiva.Ci fa conoscere scorci della società del xv secolo visti con gli occhi di un servo,di un ignorante,di un figlio di nessuno,chiamato bastardo o bastardin,che grazie all'arte si eleva al di sopra della propria condizione sociale.Conosciamo Cinin,il protagonista,in procinto di togliersi la vita e ripercorriamo con lui gli avvenimenti che lo hanno portato a quel gesto, ritrovandoci a guardare con i suoi occhi e a interpretare con i suoi pensieri il mondo di cui egli ha fatto parte. Bel libro, elegante e pacato.
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore