L'ho letto per la prima volta da adolescente e non mi aveva colpito, ma rileggerlo da adulta è stata un’esperienza incredibile. Un romanzo intenso e carico di significato, che racconta la storia dell'assedio della città di Otranto da parte dei Turchi.
L'ora di tutti
«L'ora di tutti è quell'ora che, prima o poi, capita a tutti nella vita: quell'ora in cui ognuno può dimostrare a se stesso e agli altri di valere qualcosa.»
«"L'ora di tutti" rimane un libro importantissimo nella letteratura del Novecento, un libro da leggere e rileggere come uno spartito musicale» – Alessandro Leogrande, Corriere del Mezzogiorno
«Il soggetto è storico: la presa da parte dei Turchi, nel tardo Quattrocento, della cittadina pugliese d'Otranto. Ma io, più che il soggetto, lo chiamerei lo sfondo, tutt'altro che decorativo ma vivo e vero nel suo tumultuare di galeoni, di scimitarre e di bombarde, se non addirittura un felice pretesto, tanto per dar motivo alla mano, e soprattutto all'estro e al cuore, di muoversi e rappresentarci una delle più belle Romanze, nel senso antico e nobile della parola, da noi apparse: una storia la quale non tocca tanto l'epica esteriore dell'avvenimento, bensì, l'altra, quella molto più nascosta ed intima di Coloro, uomini e donne che ne furono i concreti protagonisti: gli Eroi, per tornare alle definizioni enfatiche, e i Martiri. La Corti, con l'udito fino di chi è mosso da amore, ha saputo ascoltare alcune di quelle "antiche voci" (di quelle brillanti giovinezze, di quelle vite), del resto identiche alle figure d'oggi, e in altrettanti racconti in prima persona, concatenati dal motivo conduttore della battaglia, è riuscita a comporre uno spartito musicale tra i più affascinanti, dove l'intera Terra d'Otranto "suona" vivissima non solo nella sua realtà storica di allora, ma in quella, anche geografica ed etnica, d'oggi e di sempre. Una Terra d'Otranto che appunto per la sua concretezza diventa poeticamente la terra delle passioni più vere, e dei più genuini sentimenti dell'intera umanità nostra.» (Giorgio Caproni, La Nazione, 30 gennaio 1963)
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Anno edizione:2001
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Formato:Tascabile
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Ilariamercury 14 marzo 2025Che riscoperta!
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PAOLO 02 gennaio 2025preciso e puntuale
L'invasione dei turchi ad Otranto, visto con gli occhi di vari protagonisti. Una scrittura puntuale e, oserei dire, mai banale e sempre centrata. Si avvertono pezzi della storia di un territorio anche se in linea con i tempi che furono. Ma la scrittura, scorrevole e mai banale, consente di catturare l'attenzione del lettore sempre. Grande opera.
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Renzo 10 novembre 2024Una Spoon River del XV secolo
Nell’agosto del 1480 i Turchi assediarono Otranto, i cui cittadini si difesero con la forza della disperazione, ma alla fine dovettero cedere di fronte a forze enormemente superiori. Agli uomini superstiti, all’incirca ottocento, fu proposto di convertirsi all’Islam evitando così di essere uccisi, ma rifiutarono e furono decapitati tutti il 14 dello stesso mese, diventando così Martiri della Chiesa. Maria Corti, filologa e narratrice, ha scritto di questo fatto un romanzo storico, caratterizzato dal racconto di cinque personaggi che forniscono la loro esperienza della vicenda. I primi quattro ne parlano da morti, scrivono quasi il loro epitaffio in una specie di Spoon River del XV secolo; l’ultimo invece è un cavaliere che narra della grande festa che si ebbe allorché gli spagnoli riuscirono a riconquistare la città, una sorta di lieto fine dopo tanto dolore. Il primo personaggio è un pescatore, Colangelo, che trova la morte combattendo sulle mura, il secondo è il capitano Zurlo, governatore militare della città, che perirà nel tentativo di difenderla, il terzo è la bella Idrusa, una vedova otrantina, che si suiciderà per evitare di essere violata da un turco, il quarto è Nachiria il pescatore che sarà uno dei decapitati e del quinto, Aloise De Marco, si è già detto. Le cinque narrazioni non sono indipendenti, ma si collegano come quelle pale d’altare dove si raffigurano la Natività, o la passione di Nostro Signore, così che il lettore ha netta la sensazione che si tratti, come in effetti sono, di capitoli dello stesso romanzo. Questa continuità, per quanto i protagonisti di volta in volta siano diversi, rappresenta indubbiamente uno dei motivi di interesse di un’opera che, al di là della vicenda di per sé attraente, è caratterizzata da altri pregi, quali lo stile semplice, ma efficace, mai ridondante e tanto meno permeato di retorica, e le descrizioni dei paesaggi che sono quanto di meglio mi è capitato di leggere.
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